“L’Italia è oggi in una situazione ben diversa rispetto a quella del mese di marzo, anche se anche questa situazione si sta rivelando molto critica“: lo ha affermato il premier Giuseppe Conte illustrando alla Camera il DPCM del 18 ottobre. “Ancora una volta siamo costretti a compiere una sofferta operazione di bilanciamento tra diritti e libertà fondamentali, con l’obiettivo di individuare il punto di equilibrio che, nell’assicurare alla salute la tutela più intensa, comporti il minor sacrificio possibile degli altri diritti fondamentali pure coinvolti“.
“Molte regioni si sono già attivate per introdurre misure più restrittive” rispetto a quelle contenute nell’ultimo DPCM.
“L’immane lavoro” svolto nei mesi scorsi “ci spinge, oggi, ad affrontare con una strategia diversa la pandemia, concentrando l’attenzione, a livello nazionale, esclusivamente su quelle misure volte a limitare le condotte e i comportamenti più direttamente riconducibili alla sfera delle relazioni sociali e ricreative, attualmente veicolo – ce lo segnalano le evidenze epidemiologiche – di maggiore diffusione del virus. Ci manteniamo vigili e flessibili per valutare l’andamento della curva di questi giorni, che registra comunque delle criticità”.
“Le attività scolastiche continueranno in presenza. Non possiamo permetterci che uno dei principali assi portanti del Paese, dove sono riposte le migliori garanzie di un futuro migliore, possa subire ulteriori compromissioni, ulteriori sacrifici. Lo dobbiamo all’impegno sin qui risposto dai nostri dirigenti scolastici, dai nostri docenti e dal personale Ata, che – pur in condizioni difficili – hanno garantito, nel periodo anche più duro, la continuità didattica, sperimentando nuove e talvolta inesplorate attività di insegnamento“.
“Lo dobbiamo anche alle famiglie. E lo dobbiamo, soprattutto, ai nostri ragazzi, che non possiamo lasciare privi del valore di un’esperienza irripetibile di formazione culturale e umana, che si realizza nella scuola, attraverso un’offerta didattica che presuppone e integra, quale tratto caratterizzante, la fondamentale ‘relazione interpersonale’“.
“Siamo ancora dentro la pandemia e il costante aumento dei contagi ci impone di tenere l’attenzione altissima: stavolta però, forti dell’esperienza della scorsa primavera, dovremo adoperarci, rimanendo vigili e prudenti e pronti a intervenire nuovamente se necessario“.
“Sono fiducioso che l’intera comunità nazionale saprà esprimere, anche questa volta, come già accaduto in occasione della prima ondata, la serietà, la forza d’animo e la determinazione necessarie a superare la difficile sfida che stiamo vivendo e che sono state apprezzate anche a livello internazionale“.