La situazione determinata dal Coronavirus a Teheran è “drammatica“, con “decine di migliaia di morti” , e il governo “tenta di nascondere la realtà“: è quanto ha denunciato, in un’intervista ad Aki-Adnkronos International, Taher Djafarizad, presidente dell’associazione ‘Neda Day’.
Mentre nella capitale dell’Iran si fa sempre più concreta l’ipotesi lockdown totale per almeno due settimane, secondo Djafarizad che gli ospedali sono al collasso e “ogni famiglia ha perso almeno uno dei suoi membri” dall’inizio della pandemia
Ufficialmente a Teheran vengono riportati ogni giorno quasi 150 morti per Covid-19 mentre i decessi dall’inizio dell’emergenza sono quasi 15mila, ma secondo l’attivista i numeri reali sono ben più alti: “Nella sola Teheran si contano oltre 20mila morti e non parliamo di Qom. Molti vengono sepolti nei cimiteri senza nome e mai nella storia dell’Iran ci sono state condizioni tanto spaventose“.
Secondo Djafarizad il lockdown “non servirà“, soprattutto a causa delle condizioni economiche della popolazione: “Non c’è controllo in una città di oltre 13 milioni di abitanti dove le persone non hanno il pane e l’inflazione è a tre cifre. Prostituzione, droga e violenza, stanno portando l’Iran ai livelli del Venezuela“.