Coronavirus, come interpretare i dati di oggi? Analisi, grafici e confronti tra le regioni per capire il reale livello di rischio in Italia

I numeri ci dicono, senza equivoco e senza fraintendimenti, che il sistema di tracciamento sta andando in affanno, specie in alcune zone. Bisognava potenziare i servizi territoriali, e ben poco è stato fatto": l'analisi di Paolo Spada sui numeri di oggi
  • Grafico a cura di Paolo Spada
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“Si sale ancora (e no, la Lombardia non è tra le regioni più colpite). Alcune cose da fare subito.“, esordisce così il post di Paolo Spada che stasera, nella sua consueta Pillola di Ottimismo su Facebook, commenta i dati di oggi.

“Buonasera e ben ritrovati. Ecco i dati salienti di oggi in Italia. Sono 5372 i NUOVI POSITIVI, su 129471 TAMPONI (4,1%) e 77842 PERSONE TESTATE (6,9%). Negli ultimi sette giorni abbiamo avuto in media 3409 nuovi positivi al giorno, ossia +1456 casi al giorno rispetto ai sette giorni precedenti (ieri era +1129). L’aumento percentuale complessivo in questi ultimi sette giorni, rispetto ai sette precedenti, è stato pari al 57,3% (ieri era 62,3%). Siamo a 39,49 nuovi positivi ogni 100.000 abitanti/settimana (per confronto, Spagna: 153,5, Francia: 130,1, Regno Unito: 109,1, Germania: 20,8, Paesi Bassi: 152,2, Belgio: 138,9, Austria: 64,1, Svezia: 34,4, Romania: 71,2, Portogallo: 55,4, Polonia: 37,9)*.

“La media giornaliera dei casi in Italia nelle ULTIME QUATTRO SETTIMANE – spiega Paolo Spada – ha avuto questo andamento: 1448, 1615, 1953, 3409. Il rapporto tra i positivi e il numero di persone testate, calcolato come media su sette giorni nelle ultime quattro settimane, è stato: 2,75%, 2,84%, 3,39%, 5,24%. Nelle prime tre slide dei GRAFICI sono riportati, regione per regione, l’andamento dei nuovi positivi, quello dei tamponi e il quadro complessivo, con una stima del trend per i prossimi giorni. Nelle slide 4-6 trovate inoltre la classifica mobile delle Regioni per casi positivi e persone testate ogni 100.000 abitanti negli ultimi 30 giorni.

Oggi +161 RICOVERI, +29 TERAPIE INTENSIVE, e 28 DECESSI. Abbiamo attualmente 4086 pazienti ricoverati, pari al 14,1% del valore di picco (29010 il 4 aprile). Negli ultimi 7 giorni la variazione media del numero di pazienti ricoverati è stata pari a +135 pazienti al giorno (era +58 nei sette giorni precedenti). I pazienti in TI sono complessivamente 387, pari al 9,5% del massimo valore raggiunto (4068, il 3 aprile; minimo valore raggiunto: 38, il 29 luglio). Negli ultimi sette giorni la variazione media dei pazienti in Terapia Intensiva è stata di +13 pazienti al giorno (era +7 nei sette giorni precedenti).

In media abbiamo avuto in Italia 24 decessi al giorno negli ultimi sette giorni, e 20 nei sette giorni precedenti.
In sette giorni abbiamo avuto 0,28 decessi ogni 100.000 abitanti (Spagna: 1,65, Francia: 0,75, Regno Unito: 0,5, Germania: 0,1, Paesi Bassi: 0,65, Belgio: 0,7, Austria: 0,4, Svezia: 0,1, Romania: 1,7, Portogallo: 0,6, Polonia: 0,65)**.”

“L’andamento dei carichi sanitari e dei decessi è mostrato a partire dalla slide 7. Nei grafici è possibile selezionare il periodo di osservazione (tutte le date o solo gli ultimi 30 giorni), e la regione di interesse. Scorrendo sui grafici appaiono i valori del giorno. Alle slide 9-10 sono riportati i dati per 100.000 abitanti. Salgono ancora energicamente i casi, in molte o quasi tutte le regioni.Guardate sempre i numeri relativi alla popolazione per capirci qualcosa di più rispetto ai titoli dei TG. E no, la Lombardia – sottolinea Spada – non è “tra le più colpite”, come continuano a riferire (sebbene anch’essa sia ripartita dopo un periodo di relativa calma): negli ultimi sette giorni ha avuto 34,7 casi ogni 100.000 abitanti, meno della media d’Italia. La Liguria ne ha avuti 69,9, la Campania 63,9. Il rapporto positivi/persone testate in Lombardia su sette giorni è ancora 4,32% (oggi 6%, sempre meno della media italiana, arrivata a 6,9% nella giornata odierna). Liguria e Campania sono mediamente sopra al 9% (oggi la Liguria 12,8%). Sono medie “francesi”, per via dei pochi test a disposizione. Nei grafici trovate i dati di tutte le regioni: vale la pena farsi un’idea.”

“Ieri abbiamo chiarito (spero) la differenza tra la situazione attuale e quella delle date di marzo o aprile in cui si registrava lo stesso numero di casi. Stasera, a fronte dell’ulteriore salto in avanti dei casi (ne vedremo altri nei prossimi giorni, quindi lo ripetiamo: aspettiamocelo, abituiamoci, per quanto possibile), vorrei spendere queste poche righe per aggiungere ciò che dobbiamo fare subito, a mio sommesso giudizio.
I numeri ci dicono, senza equivoco e senza fraintendimenti, che il sistema di tracciamento sta andando in affanno, specie in alcune zone. Bisognava potenziare i servizi territoriali, e ben poco è stato fatto. Ma tre azioni possono aiutare molto, e subito:
1. sostituire il criterio del doppio tampone negativo per la dichiarazione di guarigione dei positivi con il criterio clinico dell’OMS (bastano 10 giorni, più 3 senza sintomi, senza altri tamponi di controllo, che servono altrove).
2. Ridurre il periodo di quarantena dei contatti da 14 a 10 giorni (l’incubazione dura mediamente 5 giorni, se non vi sono segni di malattia a 10 le garanzie sono già più che sufficienti).
3. Introdurre estesamente l’utilizzo dei test rapidi (hanno sensibilità minore, ma più che sufficiente a rilevare i casi nel periodo di contagiosità; ne abbiamo avuti fin troppi di positivi riscontrati a malattia già superata: ci vuole concretezza, adesso).
Queste tre misure sono ampiamente supportate dalle evidenze scientifiche e più che ragionevoli, nelle condizioni in cui ci troviamo e ci troveremo nelle prossime settimane. Serve coraggio. Non abbiamo più bisogno di pavidi atteggiamenti difensivistici. E serve velocità di decisione: la burocrazia deve adattarsi ai tempi della biologia. E’ in gioco la tenuta del sistema, sia quello sanitario che quello economico e sociale.
Una seconda serie di azioni riguarda tutti noi. Sulle mascherine, il distanziamento, e l’igiene delle mani sappiamo, e siamo tutti allineati (che ci sia ancora qualcuno che si ostina a negarne l’utilità non mi sorprende: ma sono una piccola minoranza, e dovranno adeguarsi loro, che gli piaccia o no). Io penso invece alle altre occasioni di contagio che “bucano” la rete della nostra protezione: incontri tra amici, cene, ritrovi, ma anche contatti di lavoro, occasioni che ci paiono abituali e innocenti. Facciamo attenzione, perché questo è il momento in cui ci giochiamo la possibilità di mantenere bassa la curva del contagio, e liberi gli ospedali. Possiamo farlo, ma serve davvero attenzione, stavolta.”

Di seguito riporto i principali dati delle REGIONI. Si tratta come sempre dei valori assoluti di oggi, ma suggerisco di farvi un’idea sia del trend su più giorni, che dei valori di incidenza ogni 100.000 abitanti, dai quali emergono più chiaramente le differenze tra le regioni: trovate entrambi nei grafici.
Nuovi POSITIVI di oggi, su 5372 casi totali (2833 casi da “sospetto diagnostico” / 2539 casi da “screening”):
Lombardia: 983 casi (606/377), Campania: 769 casi (748/21), Veneto: 595 casi (99/496), Toscana: 483 casi (289/194), Piemonte: 401 casi (75/326), Lazio: 387 casi (142/245), Emilia Romagna: 276 casi (150/126), Puglia: 249 casi (48/201), Sicilia: 233 casi (142/91), Liguria: 196 casi (99/97), Umbria: 151 casi (40/111), Friuli VG: 146 casi (121/25), Sardegna: 134 casi (18/116), Trentino AA: 124 casi (108/16), Abruzzo: 103 casi (70/33), Marche: 49 casi (49/0), Calabria: 42 casi (0/42), Basilicata: 22 casi (0/22), Valle d’Aosta: 18 casi (18/0), Molise: 11 casi (11/0).
RICOVERI:
Piemonte: +34, Lazio: +32, Campania: +28, Puglia: +22, Lombardia: +10, Abruzzo: +10, Toscana: +8, Trentino AA: +7, Umbria: +5, Liguria: +4, Sardegna: +4, Marche: +3, Calabria: +3, Molise: +2, Emilia Romagna: -6, Veneto: -5.
TERAPIE INTENSIVE:
Campania: +8, Piemonte: +6, Sardegna: +4, Lombardia: +3, Toscana: +3, Veneto: +2, Lazio: +2, Sicilia: +2, Emilia Romagna: +1, Valle d’Aosta: +1, Trentino AA: +1, Liguria: -2, Marche: -2.
DECESSI:
Lazio: 6, Campania: 5, Sicilia: 4, Veneto: 3, Toscana: 3, Puglia: 2, Lombardia: 1, Emilia Romagna: 1, Liguria: 1, Abruzzo: 1, Calabria: 1.
NB: Nei casi da “sospetto diagnostico” sono di norma inclusi i pazienti sintomatici e il contact tracing. Alcune Regioni includono solo i pazienti sintomatici. Si noti inoltre che sono frequenti i ricalcoli e i valori possono risultare non significativi (ad esempio se vedete segni negativi). Quel che riportiamo è ciò che le regioni dichiarano al ministero: ci dispiace che il dato mostrato non sia sempre affidabile.”

 

*fonte ECDC, media delle ultime due settimane, ultimo aggiornamento oggi, 9/10/2020.

**fonte ECDC, media delle ultime due settimane, ultimo aggiornamento oggi, 9/10/2020.

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