Coronavirus, sale l’attenzione nel Lazio: “Priorità ai tamponi rapidi, non intasare il pronto soccorso”

"Oggi la prima cosa da fare è non andare al pronto soccorso per evitare che si intasi. Abbiamo diversi strumenti, usati nei mesi della pandemia, che dobbiamo rispolverare"
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Sono state inoltrati, con una circolare della Direzione regionale Salute del Lazio a tutti i direttori generali delle Asl, ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta, i chiarimenti operativi per le modalità di prescrizione appropriata dei tamponi. “Il tampone rapido test antigenico rappresenta lo strumento diagnostico di primo livello in una fase di screening massiva come quella attuale, mentre il test molecolare deve essere dedicato a conferme di eventuali positività al tampone rapido antigenico”.

Lo comunica in una nota l’Unità di crisi Covid-19 della Regione Lazio. Entrambi gli strumenti diagnostici “sono validati – precisano dalla Regione – e il combinato disposto del loro utilizzo consente velocità di refertazione e capacità quantitativa. Inoltre il test molecolare è indicato per le persone sintomatiche a rischio di sviluppare malattie in ragione delle eventuali comorbidità, e alle persone in contatto regolare con individui a rischio di sviluppare malattie. Per i casi sospetti la tipologia consigliata e più veloce è il tampone rapido con la ricetta dematerializzata”, continua la nota.

“Per la conferma di positività al test rapido o insorgenza di sintomi, la modalità di prescrizione è il test molecolare, sempre attraverso la ricetta dematerializzata – prosegue l’Unità di crisi – Tutte le prescrizioni dei test molecolari non accompagnate da dettagliata scheda di notifica alle Asl da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta dovranno essere gestite come prescrizioni di test antigenici per agevolare la refertazione, che avviene nell’arco di 30 minuti. Per l’esecuzione dei tamponi rapidi test antigenici non a carico del Servizio sanitario regionale è disponibile anche la rete dei laboratori privati autorizzati che ha raggiunto quota 65 strutture (tutte le info su SaluteLazio.it). Queste disposizioni vanno ad integrare le circolari ministeriali tutte antecedenti la validazione dei tamponi rapidi test antigenici”.

“Oggi la prima cosa da fare è non andare al pronto soccorso per evitare che si intasi. Abbiamo diversi strumenti, usati nei mesi della pandemia, che dobbiamo rispolverare”. Lo afferma all’Adnkronos Salute Pierluigi Bartoletti, segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) di Roma, a margine del 77esimo congresso nazionale in corso a Villasimius (Cagliari). Nel Lazio e a Roma la situazione dei drive-in, dove si possono effettuare i tamponi solo con la prescrizione medica, è ancora di lunghe file. Ieri l’Asl di Latina ha sospeso l’accettazione del Pronto soccorso dell’ospedale ‘Città di Aprilia’. “Gli strumenti sono anche l’App Immuni – ricorda Bartoletti – che va scaricata. Con questa applicazione sei contattato solo se ci sono condizioni di prossimità con i contatti stretto. Poi c’è l’applicazione ‘DoctorCovid’ della Regione Lazio, anche questa va scaricata“.

Ancora, “consiglio di comprare il pulsiossimetro per misurare l’ossigeno nel sangue e monitorare variazioni che possono indicare situazione di allarme. Se si è affaticati dopo una passeggiata e c’è febbre, allora si deve chiamare il medico – prosegue il segretario della Fimmg capitolina – Ma non è un malattia che ti uccide dopo 2 ore, c’è tutto il tempo per parlare con il medico e decidere in base ai sintomi il da farsi. La cosa sbagliata, ripeto, è andare subito in ospedale”. “Serve anche farsi un esame di coscienza per capire se ci sono stati dei comportamenti a rischio – conclude Bartoletti – Se si è stati a feste con poco distanziamento e molto assembramento, occorre essere onesti con se stessi e capire che ci si è esposti ad un rischio più alto. Questo va assolutamente evitato”.

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