Coronavirus, la Lombardia si riorganizza: ridotta l’attività chirurgica ordinaria, arrivano medici e infermieri negli ospedali in Fiera

La Lombardia si riorganizza per fronteggiare la seconda ondata di coronavirus: ridotta l'attività chirurgica non urgente, medici in arrivo negli ospedali in Fiera
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La Lombardia si riorganizza per fronteggiare la seconda ondata di coronavirus. E dopo le ultime ordinanze che prevedono il divieto di uscire dalle 23 alle 05 e la didattica a distanza per le scuole superiori, adesso si pensa gli ospedali.

La Regione Lombardia ha deciso la graduale riduzione delle attività di chirurgia ordinaria, ovvero delle operazioni programmate differibli (quindi non le urgenze). La riduzione varia a seconda degli ospedali in base alla situazione di ciascuno.

Intanto, per quanto riguarda gli ospedali in Fiera, ‘‘in tarda mattinata dovrebbero arrivare i medici e gli infermieri. Io avrei voluto continuare ad averlo come una garanzia, come una ruota di scorta, come qualcosa che potesse essere utilizzato in caso di bisogno, ma che non dovesse essere utilizzato. Invece siamo arrivati al punto in cui dobbiamo farlo riaprire anche per consentire di allentare la pressione sugli atri ospedali e per consentire agli altri ospedali di dedicarsi anche alle altre patologie. Quindi è una necessità assoluta”. A spiegarlo il presidente della Lombardia Attilio Fontana a Sky tg 24 sull’ospedale realizzato in Fiera. ‘‘I medici e gli infermieri della Fiera si dedicheranno esclusivamente ai malati di Coronavirus, quindi all’interno degli altri ospedali si eviterà che ci possa essere una commistione. Saranno moduli, ogni modulo avrà una squadra, ogni squadra sarà composta da un numero sufficiente di medici e infermieri”. 

“I contagi stanno velocemente aumentando. Il nostro pronto soccorso che in estate registrava l’accesso di due pazienti a settimana per Covid, ora ne accoglie 30 al giorno”, constata l’ospedale Niguarda, che ha dovuto “riorganizzare l’attività per poter rispondere in modo rapido all’emergenza in corso“, convertendo “sei reparti di degenza e una terapia intensiva per destinarli all’assistenza dei pazienti affetti da Covid”. Attraverso la propria pagina Facebook, l’Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda ha voluto anche lanciare un appello: “Per poter gestire questa difficile situazione il nostro impegno non è abbastanza, occorre un ulteriore sforzo da parte di tutti – si legge nel messaggio –. Ci affidiamo alla responsabilità e alla coscienza di ciascuno, nel seguire le regole e le raccomandazioni ed evitare, per quanto possibile, tutte quelle attività, potenzialmente a rischio, che non siano strettamente necessarie“.

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