“Non possiamo arrenderci. Non dobbiamo arrenderci”: lo ha detto il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel briefing sul coronavirus. I leader dei Paesi, ha sottolineato, “devono bilanciare le interruzioni nella vita e nei mezzi di sostentamento” delle persone “con la necessità di proteggere gli operatori sanitari e i sistemi sanitari man mano che le terapie intensive si riempiono“.
“Misure messe in atto per ridurre l’opportunità delle persone di riunirsi aiuteranno ma sta anche a noi prendere decisioni su come ci riuniamo con gli altri, che sia in un ristorante, in un bar o a casa. Dobbiamo essere in grado di socializzare ma minimizzando i rischi”.
“Speriamo in un vaccino entro fine anno o all’inizio del 2021”. Lo ha confidato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra, esortando però “a evitare a ogni costo il nazionalismo vaccinale. Il mondo guarirà prima se condividerà il vaccino”. “La buona notizia è che 184 Paesi si sono uniti alla Covax Facility, per condividere il vaccino. E’ più efficace vaccinare qualcuno in ogni Paese che tutti in qualche Paese. Questo è in effetti nell’interesse di tutti i Paesi del mondo”.
“Apprezziamo la gestione di Paesi come l’Italia e la Spagna, che hanno messo in campo azioni per proteggere i più vulnerabili e al contempo per ridurre la corsa del virus. Controllare l’epidemia e proteggere il vulnerabili si può fare, e non è solo una responsabilità dei governi. Ogni cittadino può fare la propria parte”. Tornando all’Europa, il Dg Oms ha sottolineato l’importanza di “una strategia comune” per frenare il virus in quella che gli esperti di Ginevra non chiamano seconda ondata, perché suggerisce una stagionalità del virus. E’ piuttosto un nuovo picco di casi, dopo quello della primavera scorsa.