Con l’impennata di casi positivi e l’annuncio di nuove restrizioni, “una buona parte degli italiani sta male, malissimo. Ha scoperto dentro di sé di essere vulnerabile, fragile. Perché si è resa conto che è bastato un minuscolo granello di sabbia per far crollare le proprie certezze“: lo sostiene il neurologo Rosario Sorrentino, divulgatore scientifico e autore del volume ‘La paura ci può salvare’ (Solferino), che all’Adnkronos Salute segnala “un aumento di disturbi di tipo neurologico: difficoltà ad addormentarsi con risvegli improvvisi, precoci, con percezione di sonno non ristoratore, appagante. Come pure i grossi problemi a concentrarsi ad esprimere un soddisfacente rendimento cognitivo“.
Gli italiani “hanno una difficoltà estrema a ricostruire un piano di vita parallelo, rinunciando all’affettività: abbracciarsi, stringersi la mano, avvicinarsi l’uno all’altro oppure farsi i selfie. Non c’è dubbio, così ci dicono le indagini e le statistiche, che ci sia un notevole incremento di disagio e sofferenza mentale. Mi riferisco in particolare al disturbo post-traumatico da stress, alla depressione, agli attacchi di panico e ad un incremento di emozioni negative come ansia, ostilità e diffidenza nell’altro. Sta emergendo, a mio avviso una paura ben peggiore di quella del Covid: il forte timore, la diffidenza nei confronti dell’irresponsabilità degli altri. Quelli che continuano a negare che ciò sia tutto vero o, peggio, che lo ignorano mettendo in pericolo la collettività intera“. “Credo che la leadership attuale debba farsi carico, ora o mai più, di cambiare la percezione della paura. Mi spiego: la paura in realtà può essere una risorsa straordinaria, dobbiamo allearci con essa, allenarci alla paura. In altri termini, imparare a tenercela stretta, perché la paura cosciente, consapevole, ci rende più lucidi, responsabili ed alla fine ci salverà. Ma dobbiamo sbrigarci, perché l’onda di quello che stiamo vivendo è lunga e piena di incognite“.
Alla paura come ‘alleata’ è dedicato l’ultimo volume del neurologo, che verrà presentato a Roma il 21 ottobre.
“Sono convinto che ce la faremo – prosegue il neurologo – ma la lotta tra noi e lui, che io chiamo ‘Covid Sapiens’, sarà una vera e propria lotta di nervi, una tenuta nervosa che se si trasformerà in resilienza e flessibilità mentale ci vedrà prevalere“.
“Bisogna iniziare a parlare nelle scuole ai giovani, per formarli e nutrirli con una nuova idea, un concetto di quello che oggi rappresenta la paura. E’ necessario coinvolgerli in progetti operativi. Perché sono la parte pulsante del Paese. Ma dobbiamo consegnare loro esempi credibili, facendo loro capire che riusciremo a vincere questa terribile sfida anche grazie al loro contributo“.