Epidemiologo: “Ci sono asintomatici con carica virale altissima, ma il problema davvero urgente è la media intensità”

L'epidemiologo: "Ci sono asintomatici con carica virale altissima. È difficile, su base scientifica, correlare l'alta carica virale al numero dei ricoveri"
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Secondo il prof. Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia all’Università degli studi di Milano, in Italia ci troviamo in una situazione complessa e seria, ma meno esplosiva rispetto a marzo e aprile.
L’epidemiologo, intervistato dal Corriere della Sera, si sofferma soprattutto sulla carica virale: “Ci sono soggetti che diffondono il virus molto più facilmente di altri, tenendo però presente che anche la ‘predisposizione’ ad essere contagiati cambia. Misurare la carica virale su vasta scala richiede ancora tecnologie sofisticate e costose. In più la moltiplicazione delle molecole Rna del virus varia da soggetto a soggetto; ad esempio ci sono asintomatici con carica virale altissima. È quindi difficile, su base scientifica, correlare l’alta carica virale al numero dei ricoveri“.
La diffusione e gli esiti della malattia sono molto differenti da marzo: abbiamo un numero di positivi enormemente più alto ma un numero di ricoveri in terapia intensiva limitato, cosi com’è limitato (sempre in relazione a marzo e aprile) il numero dei decessi per Covid“, ma “il problema davvero urgente è la media intensità, i pazienti con sintomi importanti ma non gravi. Non abbiamo un sistema di medici di base efficiente come quello tedesco che si prende cura di questi soggetti. Occorrono, come ha ricordato il professor Remuzzi, ospedali periferici con 2-300 posti letto, destinati a questi ricoveri. Questo aiuterebbe enormemente le terapie intensive“. Secondo La Vecchia “si devono aprire ancora centinaia di Unità speciali di continuità assistenziale. I decessi avvengono per insufficienza respiratoria: valutare la malattia nella prima fase è fondamentale per gestirla al meglio e non mandare in tilt gli ospedali“.

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