L’infettivologo Bassetti: “Evitare la corsa al tampone, con file e attese aumenta il rischio contagio”

L'infettivologo Matteo Bassetti: "E' evidente che c'è stata una accelerazione improvvisa dei casi. Ora diventa molto difficile tracciare tutti i contatti"
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Occorre evitare il sovraccarico delle strutture che fanno tamponi. C’è infatti una corsa a questi test: si va dal medico e gli si chiede di prescriverlo, ma così il dottore si trova tra l’incudine e il martello perché ha tante persone che chiedono la stessa cosa. Quindi occorre evitare di usare i tamponi quando non sono appropriati, altrimenti si creano file e attese. Pensiamo a tante persone che stanno 6-7 ore in coda, si crea un ambiente dove potrebbe avvenire un calo di attenzione nelle misure di prevenzione e se c’è un positivo ci può essere il rischio anche di potenziali contagi“: lo ha spiegato all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente della task force Covid-19 della Liguria. “E’ evidente che c’è stata una accelerazione improvvisa dei casi. Una situazione inaspettata per certi versi, e ora diventa molto difficile tracciare tutti i contatti. Immaginiamo che ci sono città che hanno ogni giorno 500-1000 nuovi casi, e se per ognuno ci sono 10 persone di contatto, il tracciamento diventa molto difficile perché c’è bisogno di personale sanitario e in molte situazione manca. Così il ‘contact tracing’ viene meno. Serve quindi una responsabilità forte dei cittadini – conclude l’infettivologo – chi ha avuto contatti diretti, per più di 15 minuti, con casi positivi si deve quarantenare. E’ importante, ci vuole la responsabilizzazione del cittadino, a prescindere dalle decisioni delle autorità sanitarie“.

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