Terremoti e la loro intensità: uno studio pubblicato sulla rivista American Geophysical Union Adnvaces, condotto dagli esperti dell’Imperial College di Londra, ha evidenziato un collegamento tra rocce e sismologia.
“Orologi di roccia“, realizzati con un masso lungo e stretto adagiato su un altro che funge da piedistallo, potrebbero aiutare i sismologi a prevedere l’intensità dei terremoti in maniera molto accurata. Un nuovo modello di previsione grazie ai PBR, precariously balanced rocks, rocce in equilibrio precario.
“Abbiamo iniziato a studiare i PBR presso la centrale nucleare di Diablo Canyon in California e questo ha comportato la datazione delle rocce e la creazione di un modello 3D, che e’ stato utilizzato per verificare gli effetti dei terremoti sulle formazioni e verificare la magnitudo necessaria a destabilizzare l’equilibrio delle rocce“, ha raccontato Anna Rood dell’Imperial College di Londra.
“Contando il numero di atomi di berillio all’interno delle rocce formatisi a causa dell’esposizione ai raggi cosmici, abbiamo potuto datare i massi. La modellazione 3D e’ stata quindi utilizzata per ricreare digitalmente i PBR e calcolare la quantita’ di vibrazioni necessaria per destabilizzare l’equilibrio delle strutture. Parliamo di ‘orologio di roccia’ perche’ abbiamo calcolato il limite del traballamento e siamo in grado di stabilire quanto tempo sia trascorso dall’ultimo forte terremoto“, ha aggiunto la ricercatrice soffermandosi poi sulle aree a più alto rischio di terremoto: “i PBR agiscono come sismometri inversi perche’ mostrano la storia sismica di una regione. Questo potrebbe fornire indizi su dove potrebbe essere piu’ o meno conveniente edificare“.
“Si tratta di una svolta nella sismologia le nostre tecniche potrebbero consentire risparmi significativi in questo ambito, prevedendo con accuratezza migliorata la possibilità che si verifichi una scossa di magnitudo intensa“, ha affermato Dylan Rood, collega e coautore della scienziata.
“Stiamo anche studiando come individuare quali informazioni possano compromettere l’accuratezza dei modelli tradizionali in questo modo speriamo di migliorare la nostra comprensione dei terremoti, cosi’ da limitare i danni che tali fenomeni possono provocare“, ha concluso Rood.