“Il vaccino sarà lento, spero nell’immunità di gregge“: è quanto ha affermato Ilaria Capua, direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, riferendosi alla pandemia di Coronavirus, in un’intervista al Corriere della Sera. Secondo l’esperta, il vaccino non arriverà a breve e all’inizio le dosi saranno comunque insufficienti per tutti: “Pensate al vaccino per l’influenza: lo sappiamo fare e distribuire, eppure non si trova. In questo momento di crisi non si riesce a fare l’upscaling delle dosi di vaccino anti-influenzale per produrne abbastanza. Ad oggi un vaccino per il Covid innanzitutto non c’è; secondo, non abbiamo certezza che quelli che sono in via di sviluppo siano efficaci; terzo, non sappiamo neanche se l’efficacia possa essere raggiunta con una dose o se ce ne vorranno di più, perché alcuni coronavirus sono dei pessimi immunogeni“. “Quando i vaccini saranno pronti e autorizzati, e si conosceranno le caratteristiche di efficacia e di sicurezza, dovranno essere somministrati in maniera organizzata. Io sono certa che così come molti Paesi hanno fatto piani per questo, l’Italia seguirà linee guida europee e internazionali. Ma è necessario che le persone capiscano che al primo giro non ce ne sarà abbastanza per tutti“. Nel frattempo cosa fare? “Tre cose: in primo luogo, arrivare all’immunità di gregge facendo girare il virus lentamente, perché, se gira troppo velocemente, invece dell’immunità di gregge avremo le pecore morte. Bisogna stare lontani e distanziarsi in modo che l’indice di contagio sia basso, mantenere sotto soglia la circolazione virale ed immunizzarsi piano piano. Poi il vaccino darà il suo contributo. Queste convergenze fanno sì che si arriverà a un punto in cui l’infezione si sarà endemizzata. Nel momento in cui si crea questo equilibro tra virus circolante e anticorpi, il Covid appena entra in contatto con una persona viene bloccato. Fra qualche anno, diventerà, io mi auguro, il nuovo virus del raffreddore“.