Coronavirus, Gallera: “Zona rossa? Consapevoli dei nostri dati, curioso che ci siano solo 3 regioni rosse. Lombardi state a casa”

"Siamo in una situazione critica di pressione degli ospedali e quindi abbiamo bisogno di fare un sacrificio, che speriamo sia il più contenuto possibile"
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La Lombardia in zona rossa è uno ‘schiaffo morale’ per i lombardi? “Quello che abbiamo detto è che siamo consapevoli dei nostri dati, abbiamo iniziato due settimane fa con una misura rigida e l’efficacia si deve vedere in questi giorni. Attendere l’evoluzione dei numeri avrebbe dato un senso anche ai milanesi riguardo la necessità di ridurre le misure o inasprirle. L’evidenza è che oggi il virus gira in tutta Italia, nel Lazio, in Campania, Liguria e Regioni che vivono una grande sofferenza. E‘ curioso il fatto che siano state considerate rosse solo 4 Regioni. Noi abbiamo chiesto una valutazione su questo”. Lo ha detto l’asessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, ai microfoni di ‘Un giorno da pecora’ su Rai Radio 1.

C’erano delle Regioni che non avevano presentato i dati in maniera completa – ha aggiunto Gallera – e lo stesso Iss evidenzia l’inaffidabilità di alcuni dati ma nonostante questo alcune Regioni, dove la situazione era critica, non sono state considerate rosse. Non so come mai il dato di alcune Regioni fosse incompleto”. “Il dato oggettivo – ha concluso l’assessore lombardo – è che oggi il virus sta girando in maniera vorticosa in tutta Italia. Noi in Lombardia facciamo 46mila tamponi, il che evidenzia tanti positivi, l’80% di questi asintomatici ma” evidenzia “anche come sia un elemento di disvalore, perché se fai solo 10mila tamponi hai un numero di contagi più basso“. Questo, ha specificato Gallera, “è solo uno dei criteri adottati per valutare” la zona di appartenenza “ma noi oggi abbiamo 500 persone in terapia intensiva e abbiamo una capacità di 2mila.

I lombardi stanno comprendendo che la situazione nella nostra Regione, così come in altre, è molto critica e che l’unica arma per ridurre la diffusione del contagio è il distanziamento. E’ quello che bisogna fare, siamo in una situazione critica di pressione degli ospedali e quindi abbiamo bisogno di fare un sacrificio, che speriamo sia il più contenuto possibile. Noi – ha sottolineato l’assessore – delle misure le abbiamo già iniziate con il coprifuoco in Lombardia circa due settimane fa, addirittura anticipando il governo. Adesso continuiamo e speriamo che queste misure e quelle che stiamo introducendo ci aiutino a ritornare a una situazione maggiormente gestibile”.

La grande sfida – ha poi aggiunto l’assessore replicando a chi gli chiedeva se oggi a Milano ci fosse troppa gente in giro – è trovare un equilibrio tra la necessità di impedire che la diffusione del virus metta in crisi i sistemi sanitari e dall’altro cercare di evitare che ci sia una crisi economica irreversibile”. Ad oggi, ha osservato Gallera, “si chiudono i negozi, si lasciano aperti gli studi professionali e le attività imprenditoriali. Speriamo che questo possa essere un equilibrio positivo che ci aiuti a far scendere la curva e magari a riaprire più attività con prudenza e attenzione“. Gallera ha infine rivolto un appello ai lombardi: “State a casa, non abbiamo un altro strumento per sconfiggere il coronavirus, finché non ci sarà un vaccino e cure che valgono in maniera standardizzata per tutti dobbiamo evitare che il virus trovi qualcun altro da contagiare. Dobbiamo fare un grande sacrificio, stare a casa il più possibile e impedire al virus di trovare un altro corpo da infettare”.

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