Coronavirus, mascherine e misure restrittive dannose: già dal prossimo anno popolazione più suscettibile alle influenze di stagione

Mascherine, distanziamento sociale e misure restrittive dannose per il futuro dell'uomo: aumenterà la popolazione suscettibile alle influenze stagionali
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Il coronavirus ha cambiato e stravolto la vita di tutta la popolazione mondiale. Ogni giorno, prima di uscire di casa, siamo costretti a portare con noi igienizzante, mascherine e tanti altri ‘accessori’ utili per evitare di essere contagiati e per provare a limitare la diffusione del virus.

Da mesi, ormai, abbiamo a che fare con delle misure per contrastare il Covid-29, ma secondo alcuni scienzati avranno cattive conseguenze. Un team di ricercatori dell’Università di Princeton, nel New Jersey (Stati Uniti) ha infatti calcollato l’impatto degli “interventi non-farmaceutici” usati per limitare la diffusione del coronavirus sulla circolazione futura delle infezioni endemiche nella popolazione scoprendo che aumenteranno i casi di influenza stagionale già dal prossimo anno.

Dallo studio degli esperti è emerso che il distanziamento interpersonale, l’uso delle mascherine, la chiusura delle scuole, le limitazioni nei viaggi e altre misure restrittive porteranno alla riduzione dei casi di coronavirus, così come anche, nel breve termine, la riduzione di altre influenze stagionali e del virus respiratorio sinciziale, che provoca la polmonite e la bronchiolite nei bambini.

A primo impatto sembrerebbe un risultato positivo, ma gli studiosi hanno scoperto che nel lungo termine si potrebbero avere conseguenze non troppo positive: nei prossimi anni si avrà infatti un aumento della popolazione suscettibile ai virus endemici.

scienziati
Foto Getty

Le interruzioni dei modelli di trasmissione stagionale di queste malattie possono avere conseguenze per i tempi e gravità dei futuri focolai. Con l’aumentare della suscettibilità per le misure di contrasto alla pandemia abbiamo osservato che negli anni futuri potrebbero verificarsi focolai sostanziali di virus respiratorio sinciziale, con picchi probabili nell’inverno 2021-2022. I risultati per l’influenza riprendono ampiamente questo quadro, anche se con una maggiore incertezza: i futuri focolai dipenderanno probabilmente dalla trasmissibilità e dalle dinamiche evolutive dei ceppi circolanti”, hanno spiegato i ricercatori.

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