Coronavirus, lo sfogo di un medico: “Prima eravamo degli eroi, ora ci insultano”

"Io continuo a svolgere il mio lavoro come sempre, ad aiutare i malati che soffrono. Ma non è giusto vedere tante gente che continua a negare l'evidenza. La situazione è brutta, veramente brutta"
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“Prima eravamo degli eroi, adesso per alcuni siamo diventati degli ‘speculatori’, se non degli ‘untori’. Tutto questo è molto triste. E fa male. Io continuo a svolgere il mio lavoro come sempre, ad aiutare i malati che soffrono. Ma non è giusto vedere tante gente che continua a negare l’evidenza. La situazione è brutta, veramente brutta”. A parlare con l’Adnkronos è Alessandra D’Angelo, medico palermitano che lavora all’ospedale Covid di Partinico, piccolo centro del palermitano. E’ stata lei, ieri, a postare su Facebook la fotografia della fila di ambulanze davanti all’ospedale, con i pazienti Covid a bordo in attesa di un posto in ospedale, diventata virale.

“Speravo che saremmo riusciti in qualche modo a combattere questo nemico invisibile osservando le regole che la civiltà imponeva, adesso è tardi. Dobbiamo affrontare a mani nude, inermi questa valanga, questo tsunami”, ha scritto. Invitando caldamente la gente “a rimanere a casa” e accusando i “menefreghisti“.

Oggi il medico spiega in un’intervista all’Adnkronos: “Sono state tante le cose che mi hanno spinto a scrivere quel post. Fino a pochi mesi fa, sentivamo i continui richiami di restare a casa. Oggi non è così. E vale anche per chi raggiunge il pronto soccorso. Adesso con la febbre a 37-37.5 si precipitano tutti in pronto soccorso. Ma in questo modo si intasa tutto”.

“Tutti vengono direttamente in Pronto soccorso – dice ancora la dottoressa D’Angelo – ma non tutti sono malati Covid, vanno dunque separati i percorsi e non è semplice quando le strutture sono piccole”. “Non possiamo accoglierli tutti“, aggiunge. E poi si dice “infastidita” da “quelle immagini dei colleghi in ospedale che vengono pubblicate in continuazione”. “Questo è il nostro lavoro – dice – Non c’è bisogno di esibirci, siamo lì per questo. Mi da fastidio da un punto di vista professionale, siamo là per servizio e servire chi sta male. Non dobbiamo esse noi al centro dell’attenzione. Ci sono persone che stanno male e che non possono respirare”.

E spiega che “è giusto” il codice ‘arancione’ per la Sicilia. “Ci sono troppe persone che sottovalutano questa situazione – spiega la dottoressa D’Angelo- anzi questo codice ci sta tutelando e deve bloccare questo incremento così repentino. Ci vorrà del tempo, tre settimane di mini lockdown saranno utili. E non parlo solo della Sicilia”.

Bloccare la diffusione di un virus è stata l’arma che ci ha salvati a marzo, va a nostra tutela – aggiunge la dottoressa – perché il sistema sanitario deve essere tutelato e noi offriamo il nostro servizio, ma un certo numero per volta non possiamo assorbire tutti i numeri”.

Parlando della foto diventata virale della fila di ambulanze davanti all’ospedale, dice: “persino un mio collega mi ha detto ‘ma è una fake news?’, insomma c’è una negazione dell’evidenza, si pensa che sia tutto una grande montatura che non corrisponde alla realtà”. “Ecco perché fa male sentire tante cose orribili sui social, con gente che ci attacca. Noi facciamo solo il nostro mestiere”.

E racconta di una donna di 46 anni che alcuni giorni fa si è presentata al pronto soccorso Covid Partinico. “Stava bene – dice – le abbiamo fatto la Tac ma all’improvviso ha avuto una crisi respiratoria e l’abbiamo dovuta intubare. Purtroppo non ce l’ha fatta. E aveva appena 46 anni…”. Poi lancia un accorato appello: “Per favore, restate a casa. Non uscite se non è necessario”. 

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