Fino a qualche anno fa si riteneva che l’albero più antico del mondo fosse “Matusalemme”, un esemplare di pino che si trova in California, ma oggi a detenere questo primato è un abete rosso svedese che porta il nome del cane che fiutò per primo le sue straordinarie caratteristiche: si tratta di Old-Tjikko, un albero che è stato testimone della vita del nostro pianeta per quasi 100 secoli.
Conoscere l’Old Tjikko
Un gruppo di botanici dell’Università di Ulmea hanno trovato, nel 2004, in Svezia l’albero più antico del mondo: si tratta di un abete rosso le cui radici hanno 9.550 anni. Il suo nome Old-Tjikko viene dal nome del cane del geologo che lo ha scoperto nel Parco Nazionale Fulufjallet.
L’aspetto simile ad un arbusto non deve ingannare, le sue radici infatti risalgono a un periodo in cui i nostri avi non avevano ancora imparato a fondere i metalli o ad arare, sono nate infatti durante l’ultima glaciazione e sono sopravvissute sia ai cambiamenti climatici fisiologici del nostro pianeta, sia alla deforestazione operata dall’uomo.
L’abete fu scoperto dal professor Leif Kullman che lo definì come “il più antico organismo vivente oggi conosciuto”.
Le radici dell’Old-Tjikko, sottoposte all’analisi del carbonio 14 per verificarne l’età. Questo metodo di indagine consente di stimare l’età degli elementi a base di carbonio, come sono tutti gli esseri viventi, usando il dato certo e conosciuto del tempo di dimezzamento del carbonio 14.
L’albero ha trascorso la maggior parte dei lunghi millenni della sua vita come un arbusto, ma negli ultimi secoli il pianeta si è riscaldato abbastanza da farlo diventare l’esile abete rosso (è alto circa 5 metri) che oggi possiamo studiare. Le analisi condotte sulle radici dell’abete svedese, inoltre, hanno consentito di leggere tutti i cambiamenti climatici che si sono verificati negli ultimi 8 millenni.
Il segreto della sua longevità
Il segreto dell’incredibile longevità di questa pianta deriva dalle capacità del suo intricatissimo apparato radicale che è in grado di clonare sé stesso.
Gli scienziati hanno spiegato che il piccolo abete appartiene a un sottostante apparato radicale che è un antico organismo clonale. Sebbene il tronco possa vivere all’incirca non più di 600 anni, ogni volta che questo muore ne nasce un altro sempre dallo stesso apparato radicale, che consente alla pianta quindi di rigenerarsi continuamente.
Lo stesso meccanismo di propagazione clonale è quello che gli studiosi hanno riconosciuto nella quercia trovata su una collina della California nel 2009 e che si stima sia la pianta più antica del mondo con i suoi 13 mila anni. Jurupa, questo il nome attribuito alla pianta, però, non è un vero e proprio albero poiché il suo aspetto somiglia più a quello di un grosso cespuglio che copre una larghezza di circa 25 metri, anzi per l’esattezza da tantissimi piccoli cespugli che sono cloni gli uni degli altri. Questi cespugli, infatti, producono ghiande sterili e quindi l’unico modo che hanno di riprodursi è proprio la clonazione da un unico individuo originario come confermato dai test del Dna.
Vedere l’Old-Tjikko
Old Tjikko si trova nel Parco Nazionale Fulufjallet istituito dalla Svezia nel 2002 e che offre ai visitatori scorci incredibili su canyon e antiche foreste.
All’interno del parco si trovano i laghi Rorsio e la cascata Niuperskar che con la sua caduta libera di oltre 70 metri e un’altezza complessiva di circa 93 metri è la più alta cascata della Svezia.
Avventurandosi con una guida esperta sarà possibile ammirare l’albero più antico del mondo, ma anche scorgere gli esemplari di ghiandaia siberiana e di girifalco che impreziosiscono l’habitat naturale del parco.