Al confine naturale tra Argentina e Brasile si trovano le Cascate dell’Iguazù, uno stupefacente salto di acque che innalza colonne di vapore acqueo e copre tutto con il suo roboante ruggito.
Si tratta di una successione di cascate che ha dell’incredibile e che si inserisce nell’ampio Parco Nazionale dell’Iguazù, una riserva naturale che consente a numerose specie animali di continuare a sopravvivere spesso lottando contro l’estinzione che le minaccia.
Le Cascate dell’Iguazù
Il nome Iguazù si traduce dall’espressione guaranì che significa “grande acqua” e quale nome poteva essere più indicato per queste 275 cascate che occupano uno spazio che si estende per 2 chilometri e 700 metri e compiono un salto di 80 metri portando 1,9 milioni di metri cubi di acqua al secondo?
Per comprendere la loro imponenza basta pensare che le più famose Cascate del Niagara tra Canada e USA fanno un salto di “appena” 47 metri. Un aneddoto al riguardo è quello che ha come protagonista Eleanor Roosevelt che, osservando le Cascate dell’Iguazù, esclamò: “Povere Niagara!”.
Per ammirare pienamente queste cascate è a disposizione dei visitatori una passerella panoramica di un chilometro e mezzo che permette, attraverso un trenino ecologico, di ammirare dal vivo e il più vicino possibile la Garganta del Diablo, la gola del diavolo.
Una gola a forma di U che con la sua profondità di 150 metri e una lunghezza di 700 metri è uno degli spettacoli più potenti del mondo, tanto che viene spesso descritta come un oceano che scompare in un abisso.
Per i più temerari vengono organizzate delle escursioni con i gommoni per avvicinarsi molto al punto di caduta delle cascate che rappresenta senza dubbio un’esperienza indimenticabile.
Le Cascate Iguazù si trovano al confine settentrionale dell’Argentina e appartengono per un terzo al Brasile raccogliendo le acque del fiume Iguazù per circa 20 chilometri prima che questo confluisca nel Rio Alto Paranà e per la loro eccezionalità sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1984.
La leggenda guaranì
Tra gli indigeni Guaranì e Caiagangue si tramandava una leggenda sulle origini delle cascate, secondo cui esse furono create dal dio serpente M’Boy, figlio del re degli dèi, che si era innamorato di Naipi, figlia del capo del villaggio e sua promessa sposa.
La bella Naipi, tuttavia, non corrispondeva il sentimento del dio perché amava un giovane guerriero della sua tribù.
Il giorno previsto per le nozze i due giovani amanti fuggirono lungo il fiume ma la furia del dio serpente si abbatté sul loro destino: M’Boy per la rabbia diede un forte colpo al fiume con la sua coda e aprì in tal modo il grande canyon in cui precipitano le cascate e in cui i due giovani trovarono la loro fine.
Naipi divenne una roccia e il suo amato si trasformò in una delle palme che dominano le cascate e dall’alto ancora guarda alla sua amata per sempre separato da lei.
Il Parco Nazionale dell’Iguazù
Le Cascate dell’Iguazù si trovano all’interno del Parco Nazionale dell’Iguazù, una grande area protetta di 67.000 ettari istituita nel 1939. Qui dimorano numerose specie animali alcune delle quali in pericolo d’estinzione.
Non sarà improbabile riuscire a vedere i giaguari che popolano il parco, poiché in molti si sono spostati nella zona a causa della riduzione della foresta al di fuori della zona protetta.
Ma le guide esperte possono accompagnare i turisti anche alla ricerca di altri mammiferi come: gli ocelot, i tapiri e i formichieri, oppure condurli all’osservazione di molte specie di farfalle e di volatili come le aquile della foresta o il tucano toco; il più grande tra i tucani con i suoi 60 centimetri di lunghezza e i 20 centimetri di becco, che ama sostare nei pressi dei corsi d’acqua e nelle vicinanze dei luoghi abitati dagli uomini.
Quasi certamente, invece, si sperimenta un incontro ravvicinato con i coati, piccoli mammiferi della famiglia dei procionidi che vivono in gruppi piuttosto numerosi.
Sono animali agili e ottimi nuotatori, ma più di ogni altra cosa sono insaziabili golosoni che vanno a caccia di piccoli mammiferi, rettili, ragni e scorpioni ma anche larve, frutti e uova che scovano con il loro lungo naso.
Hanno imparato rapidamente che i turisti rappresentano una fonte di cibo inesauribile, ma come è valido per tutte le specie che vivono allo stato brado, non si devono assecondare le loro richieste per non privarli della capacità di essere autonomi cercatori di cibo in natura.
Lungo il Sentiero Macuco, infine, si trovano delle stazioni d’interpretazione che aiutano i visitatori a comprendere le caratteristiche della biodiversità della zona. Qui le scimmie possono essere facilmente individuate. Vivono sugli alberi, ma essendo particolarmente curiose è assolutamente normale vederle avventurarsi per una passeggiata tra gli umani.