La curva epidemiologica continua a scendere, gli ospedali si svuotano giorno dopo giorno. In modo lento e graduale, com’è normale che sia, ma mentre in Italia la situazione migliora stabilmente, il Governo si fa prendere dalla schizofrenia e meno di due settimane dopo l’ultimo Dpcm che doveva essere valido fino al 15 Gennaio, decide di farne un altro. Ancora più restrittivo, in totale contraddizione con l’andamento della pandemia. Premier e Ministri, presi dall’onda emotiva delle passeggiate per lo shopping natalizio (da loro consentite con le zone gialle e alimentate con l’incentivo del cashback), parlano del “modello Germania” e hanno la smania di nuove chiusure soltanto per emulare le scelte del cancelliere tedesco Angela Merkel.
Ma magari avessimo gestito la pandemia come ha fatto la Germania, unico Paese che fino ad oggi non aveva mai chiuso nulla mentre in Italia siamo in lockdown più o meno da marzo. La Germania è anche il Paese che non prevede ristori, ma rimborsa alle aziende il 75% del fatturato direttamente sul conto corrente aziendale poche ore dopo le chiusure. E’ il Paese che ha chiuso i negozi ma non ha limitato in alcun modo la libertà della mobilità personale, non vieta di uscire di casa a passeggiare, non chiede alcuna autocertificazione, lascia aperta ogni tipo di mobilità sul territorio. E’ il Paese che ha un quinto dei morti rispetto all’Italia. Magari i nostri governanti riuscissero ad emulare il modello Germania: in Italia non protesterebbe nessuno.
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E così mentre il Regno Unito riapre tutto per Natale, l’Italia diventerà “zona rossa” dal 24 dicembre al 7 gennaio. Proprio durante le festività natalizie. La classificazione per colori delle Regioni, che fino a stamattina secondo il premier Conte “ha dato i risultati sperati, ha funzionato bene“, viene inspiegabilmente superata. Evidentemente non è vero che ha funzionato bene, oppure non ha senso tornare al lockdown nazionale. Delle due, l’una. Ma è lo stesso premier che annunciando le restrizioni previste dal Dpcm del 26 Ottobre (uno dei tanti) che istituiva il coprifuoco, la chiusura dei locali, l’istituzione delle tre fasce di rischio rossa, arancione e gialla, chiedeva all’Italia “sacrifici adesso per passare un Natale più sereno“. I sacrifici li hanno fatti tutti gli italiani, ma il Natale non sarà affatto sereno.
Con la “zona rossa“, infatti, sarà vietato persino respirare. Sarà vietato uscire di casa, neanche nel proprio comune. Vietate le passeggiate, l’attività motoria, vietato tutto. Non ci si potrà neanche riunire in famiglia, compresi fidanzati o genitori e figli che non sono conviventi. In nessun Paese del mondo c’è questo tipo di brutalità. Sarà illegale uscire dal territorio comunale, non se ne parla da quello Regionale. Come se il contagio avesse un confine di tipo comunale.
Eppure tutti gli esperti continuano a dire che all’aria aperta è molto difficile contagiarsi, ieri l’ha ribadito in diretta anche Gianni Rezza, direttore generale del reparto prevenzione del Ministero della Salute. Da che mondo è mondo, tutti i medici consigliano alla popolazione di muoversi, prendere sole, vivere il più possibile all’aperto. Tanti dottori, come il cardiologo Enzo Amodeo, primario della cardiologia di Polistena (Reggio Calabria), sono convinti che con queste norme ci saranno molti più morti rispetto a quelli della pandemia. Saranno chiusi tutti i negozi, chiusi tutti i locali. Anche quelli che avevano già avuto prenotazioni e ordinato la merce per i pranzi di Natale e delle feste, perchè il Governo gli aveva assicurato l’apertura.
Adesso il Governo chiede ulteriori sacrifici “per evitare la terza ondata di Gennaio“, che ci sarà a prescindere così come il Natale non può essere sereno nonostante i sacrifici già fatti. Nelle faq sulle zone rosse, c’è anche un velo di presa in giro: “vietato anche raggiungere le seconde case, anche se si trovano nello stesso Comune o Regione. L’unico caso in cui si può andare è quello dell’emergenza improvvisa: ad esempio se c’è un crollo nell’abitazione. Il tempo di permanenza nella seconda casa, però, deve essere solo lo strettamente necessario a risolvere il problema“.
E intanto il Paese che sta facendo il lockdown più lungo e rigido del mondo, ha il numero di morti più alto dell’intero pianeta: sono già più di 66 mila, che rapportati alla popolazione residente superano i 110 ogni 100 mila abitanti. Nessuno ha fatto così male, neanche i Paesi che hanno scelto di non fare il lockdown e che quindi hanno assunto norme più soft nella gestione dell’emergenza sanitaria come Svezia, USA e Brasile. Ma in Italia lo Stato continua a mascherare i propri errori, che in realtà sono orrori, accanendosi contro i cittadini e privando alla gente le basilari libertà personali sancite dalla carta costituzionale e da tutte le direttive umanitarie internazionali.
L’unica speranza restano le Regioni. Il governatore del Sudtirol Kompatscher ha chiesto di consentire almeno le passeggiate. Il Presidente della Liguria Toti ha detto che “abbiamo un indice Rt sotto lo 0,7, cala la circolazione del virus e la pressione sugli ospedali. Vorrei capire perchè dobbiamo cambiare le regole perchè le ha cambiate la Merkel. Non possiamo cambiare le regole ogni sei ore“. Ma Conte ci ha già abituato così: è da marzo che vara Dpcm con una scadenza, per poi sostituirli con altri sempre più restrittivi senza alcun motivo scientifico, ben prima della scadenza. Adesso i Governatori hanno l’ultimo slot per riportare un minimo di buon senso a Palazzo Chigi, altrimenti la bomba sociale del Paese rischia di esplodere proprio in concomitanza del Natale.