SARS-CoV-2 e quarantena: una settimana di isolamento potrebbe bastare

7 giorni di quarantena potrebbero essere sufficienti: il nuovo studio sul SARS-CoV-2 apre ad un nuovo importante scenario
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Da quasi un anno, ormai, la popolazione mondiale lotta contro un subdolo virus che ha creato scompiglio, devastando il mondo intero, incutendo terrore e tanta paura, facendo fermare il mondo dello sport, dello spettacolo, della musica e costringendo le persone a rinchiudersi in casa e, quando invece possono uscire, ad indossare mascherine e mantenere la distanza interpersonale. Chi viene contagiato o sta in contatto con qualche positivo, poi, deve seguire un lungo e faticoso iter, fatto di tamponi e quarantena. Qualcosa però, proprio a tal proposito, sta cambiando: secondo uno studio, infatti, potrebbe bastare una settimana di isolamento per evitare che i positivi diffondano l’infezione, se il responso del settimo giorno risulta negativo.

Lo studio è stato pubblicato sulla piattaforma di pre-stampa medRxiv ed è in attesa di pubblicazione ufficiale su una rivista, ed è condotto dagli esperti dell’Universita’ di Yale, che hanno valutato l’impatto di una riduzione da 14 a sette giorni del periodo di quarantena necessario a evitare la diffusione dell’infezione in caso di positivita’. “Fino a poco fa, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) consigliavano una quarantena di due settimane, ma ridurre i tempi rappresenta un metodo piu’ veloce e piu’ semplice, che potrebbe consentire un risparmio in termini di tempo e denaro“, ha dichiarato Jeffrey Townsend della Yale University School of Public Health (YSPH). Il team di esperti ha elaborato una teoria matematica distinguendo tre diversi scenari di durata della quarantena, testand il modello sui lavoratori dele piattaforme petrolifere che sono stati mess in quarantena da 5 a 7 giorni tra aprile e agosto.

Eseguire un tampone all’inizio della quarantena, in caso di contatti con una persona risultata positiva potrebbe non restituire un valore affidabile, perche’ l’infezione deve diffondersi nell’organismo, per cui un test successivo al periodo di isolamento potrebbe essere molto piu’ rappresentativo. I nostri risultati suggeriscono che i test condotti quattro giorni dopo l’inizio della quarantena sono riusciti a evidenziare un numero significativo di casi non considerati nei giorni precedenti dei 47 casi, 16 sono stati identificati solo in un secondo momento. Questa e’ stata un’implementazione di grande successo della nostra teoria basata sui dati, credo che in caso di viaggi, sia necessario adottare una quarantena di almeno una settimana ed effettuare il test all’ultimo momento utile, in modo da dirimere qualunque dubbio prima della ripresa dei contatti sociali“, ha concluso Townsend.

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