Un forte terremoto magnitudo Mw 4.9 ha colpito i Comuni alle pendici dell’Etna, nel Catanese, 2 anni fa, alle 03:19 del 26 dicembre 2018. L’epicentro è stato localizzato a 4 km nordest da Viagrande (Catania).
Il sisma si è sviluppato sul fianco orientale dell’Etna, con una profondità inferiore a 1 km: l’evento di maggiore energia registrato negli ultimi 70 anni sul vulcano attivo più alto d’Europa, aveva precisato l’INGV.
Trenta le persone bloccate sotto le macerie salvate dalle squadre dei pompieri, oltre 200 gli interventi per la messa in sicurezza e 1.500 le verifiche di stabilità effettuate.
La superficialità dell’evento ha causato la rottura della faglia di Fiandaca per circa 8 km, da Acicatena sino a Monte Ilice.
La scossa ha prodotto danni gravi nell’area dell’epicentro e la zona maggiormente colpita è stata quella tra Fleri e Pennisi, in corrispondenza della fagliazione superficiale e nelle aree adiacenti.
La faglia di Fiandaca, lunga 13 km, è nota tra gli studiosi, anche se l’evidenza geomorfologica della sua traccia non è molto chiara perché “nascosta” da antiche colate laviche etnee.
A Pennisi, frazione di Acireale sono crollati il campanile e la statua di sant’Emidio, il santo protettore dai terremoti, nella chiesa di Santa Maria del Carmelo. Nove i Comuni danneggiati, intere frazioni come Pennisi o Fiandaca o Piano Api evacuate, 3500 ordinanze di sgombero, circa 9mila persone sfollate, l’80% delle chiese inagibili.