Meteo – Il Pacifico settentrionale è stato estremamente attivo quest’anno e ora ha in serbo qualcos’altro per la fine del 2020: uno spettacolare evento extratropicale. La combinazione del freddo sopra la Siberia, dell’avvezione di una massa tropicale calda e di una potente corrente a getto tra di loro produrrà un’esplosiva tempesta extratropicale, la cui pressione centrale potrebbe scendere fino a 920hPa! Si prevede che la tempesta vada a colpire le Isole Aleutine.
Grazie a La Niña, si registra un’attività oltra la media nel Pacifico settentrionale e ora ci sono 3 sistemi di tempesta extratropicale nello stesso momento. La nuova tempesta, di cui parleremo in questo articolo, è iniziata vicino al Giappone martedì 29 dicembre e da allora, continua a rafforzarsi. Da ieri, 30 dicembre, è entrata in una fase di intensificazione esplosiva. Il sistema si dirige verso le Isole Aleutine e il Mare di Bering. Colpirà le isole più occidentali delle Aleutine con venti da uragano potenzialmente letali e grandi onde distruttive. Secondo il Servizio Meteorologico Nazionale in Alaska, questa tempesta extratropicale sarà la più forte bassa pressione del Mare di Bering dal 2014, in occasione dei resti del super tifone Nuri.
Sulla base di vari modelli, il sistema probabilmente avrà una pressione centrale minima inferiore a 925hPa e porterà un’ampia area di venti da uragano sulla maggior parte delle acque ad ovest dell’isola di Unalaska e delle Isole Pribilof e onde di oltre 15 metri sul lato pacifico delle Aleutine da Adak ad Attu, in grado di distruggere le coste.
Lo scenario di fondo
Lo scenario di fondo per l’evoluzione di questa tempesta, che ha il potenziale di sfidare il record di pressione in Alaska e Mare di Bering, è l’incredibile freddo al di sotto di -55°C diffuso in parti della Siberia in questi ultimi giorni del 2020, che si estende verso est in direzione di Giappone e Pacifico nordoccidentale. Poiché questa massa d’aria artica profonda ed estrema interagisce con una forte corrente a getto nel Pacifico, il risultato è un’altra violenta tempesta extratropicale. E non sarà solo un’altra intensa tempesta, ma avrà il potenziale per diventare la tempesta più intensa di quest’anno sulla Terra.
Il suo tasso di intensificazione sarà così intenso che la sua pressione centrale scenderà di oltre il doppio della soglia per la quale si parla di ciclone bomba. I modelli indicano un calo di pressione di oltre 60hPa entro 24 ore (rispetto ai 24hPa di calo necessari per poter parlare di ciclone bomba). Si prevede che la pressione centrale del sistema scenda sotto i 925hPa. Potrebbe battere il record per la pressione atmosferica più bassa mai registrata in Alaska (926hPa registrati il 25 ottobre 1977) e nel Mare di Bering (924hPa registrati l’8 novembre 2014).
Sviluppo della tempesta
Secondo Michiel Baatsen, esperto di meteorologia della Utrecht University, nel Pacifico nordoccidentale ha preso forma un processo di ciclogenesi esplosiva da manuale. Il 29 dicembre, la bassa pressione aveva una pressione centrale di circa 1008hPa. Con la previsione di scendere al di sotto dei 925hPa, si parla di un calo di circa 80hPa in circa 36 ore. Ecco l’evoluzione della pressione del sistema:
- 960hPa alle 18 UTC del 30 dicembre
- 972hPa alle 12 UTC del 30 dicembre
- 986hPa alle 06 UTC del 30 dicembre
- 996hPa alle 00 UTC del 30 dicembre
- 1001hPa alle 18 UTC del 29 dicembre
- 1008hPa alle 12 UTC del 29 dicembre
Baatsen spiega come il ciclone continuerà ad intensificarsi rapidamente per 2 giorni.
- L’aria artica sulla Siberia (dove recentemente sono state registrate temperature di circa -50°C) incontrerà l’aria tropicale proveniente dal Pacifico occidentale (dove la superficie dell’oceano è di circa 30°C).
- Una corrente a getto eccezionalmente forte nell’alta troposfera (100-110m/s a 200-300hPa, ossia 10-12km sopra la superficie) separa le due masse d’aria. La geografia dell’Asia centrorientale favorisce la fusione delle correnti a getto polare e subtropicale, che altrimenti sarebbero prevalentemente separate.
- Il ciclone si forma in un’area di divergenza favorevole, interagisce con la corrente a getto in rafforzamento e continua a rafforzarsi finché l’interazione non diventa sfavorevole.
Una massa d’aria molto fredda si sta diffondendo sul Giappone, con roll cloud che portano forti nevicate verso il Giappone per sea-effect snowfall. Questo produrrà grandi quantità di neve su parti del Giappone, localmente fino ad un metro di neve fresca.
Tempeste gemelle su Pacifico settentrionale
Mentre la tempesta si sposta verso le Isole Aleutine, la seconda tempesta alla sua destra è ancora molto intensa. Entrambe stanno creando un impressionante tandem di tempeste nel Pacifico settentrionale: solo che la tempesta orientale si sta indebolendo, mentre la tempesta principale si sta intensificando in maniera esplosiva. Le due tempeste sono sistemi separati che non stanno interagendo tra di loro ma rimangono comunque una spettacolare vista dai satelliti.
Venti da uragano e onde di oltre 15 metri
Il principale effetto di questa grande tempesta extratropicale sarà la forza dei suoi venti distruttivi e di conseguenza l’altezza delle onde che produrranno. Nei settori meridionali della tempesta si stanno sviluppando venti violenti, con la formazione della sting jet. Questi venti potrebbero raggiungere quasi i 200km/h quanto la tempesta si avvicinerà alle Isole Aleutine. Anche se i venti più forti svaniranno quando la tempesta raggiungerà le isole, le raffiche di vento potrebbero ancora raggiungere i 120-150km/h sulla metà occidentale dell’arcipelago, creando grandi onde di oltre 15 metri. Le onde più alte si spingeranno fino a 17 metri a sud-est del centro della tempesta quando attraverserà le Aleutine. L’impatto sulle isole sarà estremamente pericoloso e potenzialmente letale.
La tempesta continuerà poi nel Mare di Bering meridionale, rimanendo molto intensa e continuando a produrre grandi onde sulle Aleutine ma anche su una grande parte del Mare di Bering, grazie alle sue dimensioni mostruose.