Tra le festività di dicembre in tutto il mondo si festeggia l’Hanukkah, il “Natale” del mondo ebraico, ricco di tradizioni, di momenti spiritualmente alti e di una succulenta varietà di delizie culinarie che imbandiranno le tavole degli ebrei quest’anno tra il 10 e il 18 dicembre.
Tuttavia, al di là del ricordo dell’episodio storico della riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme al quale fa riferimento, Hannukah è una festività che oggi assume sfumature sempre più attuali. La storia dei Maccabei che lottano per il diritto di professare la propria fede parla di ciò che oggi chiamiamo multiculturalismo e ci invita a difendere il diritto di ogni cittadino del mondo di vivere, praticare e celebrare la fede a modo proprio.
Che cos’è l’Hanukkah
L’Hannukah è una festività ebraica, la seconda più importante dopo il dono della Torah, ed è anche detta “Festa delle Luci”. Un tempo era considerata una festa minore ma nel XX secolo, con la diffusione e la popolarità del Natale, Hanukkah iniziò a rappresentare la volontà di sopravvivere del popolo ebraico con la luce che acquisì il significato ulteriore di luce della fede che aveva battuto l’ottusità della forza bruta anche durante il secolo passato.
Oggi Hannukah, oltre al ricordo dell’evento storico a cui afferisce, celebra tutti coloro che, ieri come ai nostri giorni, hanno resistito alla pressione di conformarsi religiosamente e culturalmente e promuove la libertà religiosa, i diritti delle minoranze e il diritto di essere diversi.
Negli ultimi anni l’accensione delle candele è divenuta un momento particolarmente sentito dalle comunità ebraiche che celebrano la festività in maniera pubblica con il rabbino capo che tiene un breve discorso di benedizione e accende le luci inaugurando la festa.
I presenti a quel punto iniziano a intonate inni gioiosi e a eseguire i balli tipici, un altro momento, invece, è dedicato al gioco con il dreidel un oggetto simile a una trottola.
Hanukkah o Chanukkah è spesso stato chiamato “Natale ebraico”, ma non ha nulla a che fare con la festività cristiana se non il fatto di ricadere più o meno nello stesso periodo.
Si tratta, infatti, dell’unica festività ebraica che si svolge a cavallo tra due mesi: iniziando a Kislev e finendo in Tevet che nel calendario ebraico corrispondono più o meno al nostro novembre e al nostro dicembre.
Hanukah dura per otto giorni ma il periodo varia di anno in anno, cadendo sempre intorno al solstizio d’inverno, nel 2020 i giorni della festa saranno tra il 10 e il 18 dicembre.
Tra le festività di dicembre in tutto il mondo, non è un caso che questa festa venga celebrata in inverno, quando le giornate divengono più buie ed è necessario ricordare la vittoria della luce contro l’oscurità.
Per ricordare le luci accese un tempo è di particolare importanza rituale l’accensione dei lumi di un particolare candelabro a nove braccia chiamato chanukiah che si differenzia dalla menorah proprio per la presenza di due bracci in più.
L’accensione avviene dopo la comparsa delle stelle, quando oramai la sera è iniziata e il candelabro che un tempo veniva messo fuori dalla porta di casa oggi viene posto sui davanzali delle finestre. Dopo la prima candela ogni sera si accende un nuovo lume incrementandone progressivamente il numero per esprimere la perennità del giudaismo e la vitalità, mai estinta dal tempo, della Legge ebraica.
Come nacque l’Hanukkah
La parola Hanukkah significa inaugurazione e si riferisce alla commemorazione della nuova consacrazione di un altare nel Tempio di Gerusalemme dopo la riconquistata libertà dal giogo imposto dagli Ellenici.
La storia spiega come nel 200 a.C. gli Ebrei che risiedevano in Israele fossero sotto il potere della dinastia dei Seleucidi (gli imperatori della famiglia che ereditarono il potere da Seleuco I, diadoco di Alessandro Magno che partecipò alla divisione del suo impero).
Per molto tempo i rapporti tra i due popoli furono pacifici e gli Ebrei furono liberi di professare la propria fede; ma quando al potere salì Antioco i rapporti si incrinarono irreparabilmente sia a causa della costrizione a violare i precetti della loro fede alla quale erano stati forzati gli Ebrei, sia in seguito alla profanazione del Tempio di Gerusalemme, che il nuovo re aveva incoraggiato al fine di poterlo utilizzare per la celebrazione di cerimonie pagane.
traIl popolo ebraico non accettò il divieto di praticare la propria fede e iniziò a organizzare un movimento di resistenza e i capi dei ribelli furono i fratelli Maccabei guidati da Giuda Maccabeo. Nel 165 d.C., gli Ebrei riuscirono a liberare il tempio e lo riconsacrarono.
Per purificare il luogo sacro, tuttavia, l’unico elemento a loro disposizione fu un’ampolla d’olio benedetto che si rivelò miracolosamente sufficiente per 8 notti, tante quante quelle della festività che da quel momento prese il via per ricordare l’evento.
Sulla tavola nei giorni dell’Hanukkah
L’Hannukah è una delle festività di dicembre in tutto il mondo tra le più festeggiate poiché le comunità ebraiche partecipano di queste celebrazioni da New York a Roma da Parigi a Gerusalemme.
Nel menù tipico della Hannukah figurano gli atkes, sorta di pancakes realizzati con patate, cipolla, farina di matzah e sale, fritti nell’olio di oliva, che è, in richiamo alla miracolosa ampolla d’olio, l’ingrediente principale dell’occasione, di solito accompagnati da mousse di mela o panna acida. I blintzes, invece, sono crepes ripiene di formaggio freschissimo e fritte.
Altre preparazioni per la Hanukkah sono il morbido pane challah, simile al pan brioche, ottenuto con farina, olio d’oliva, uova, acqua, sale, zucchero, miele, lievito e il brisket, la punta di petto di manzo cucinata in una grande teglia con olio, cipolle, sedano e carote, alla quale si aggiunge un intingolo di pomodoro, aceto, zucchero, vino rosso, paprika; ma anche lo sformato kugel con patate, cipolle, farina, burro, tuorli e albumi montati a neve, da condire e infornare e la zuppa matzoh composta con gnocchi di farina di pane azzimo che vengono cotte in un brodo di pollo e verdure.
Pezzo forte sono i sufganiot, delle soffici frittelle cotte nell’olio e ricoperte di zucchero, che sono molto simili ai nostri bomboloni e vengono spesso farcite con marmellata di fragole.
Tutti i cibi che imbandiscono il banchetto durante i giorni dell’Hanukkah devono rigorosamente attenersi ai dettami della cucina Kosher.
Quello che è “kosher” per la religione ebraica è quello che è “adeguato” perché rispetta le regole alimentari stabilite dalla Torah, interpretate dall’esegesi nel Talmud e codificate nel Shulkan Aruk.