A Milano un “terremoto del 3,8%”, la gaffe di Mentana e la reazione dell’esperto: “giornalisti non possono permettersi ignoranza su questi temi” [VIDEO]

"In Italia i terremoti hanno fatto parecchi danni. Morti. Distruzione. I giornalisti possono permettersi di ignorare le cose più ovvie in questo campo?"
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Il terremoto che si è verificato ieri in Lombardia ha avuto un’ampia eco mediatica, se non altro perché nonostante la modesta magnitudo, la zona in cui si è verificato è densamente popolata, dunque a percepirlo sono state diverse migliaia di persone. La notizia è rimbalzata su tutti i giornali e sui tg nazionali. Tra questi anche La7, il cui direttore Enrico Mentana è apparso alquanto impreparato sul tema, tanto da guadagnarsi un ‘richiamo’ su Twitter da parte di Paolo Rugarli, Ingegnere Strutturista e creatore della società Castalia s.r.l.

Rugarli, nel suo tweet, ha fatto particolare riferimento al modo in cui il direttore Mentana ha espresso la magnitudo del sisma, ovvero “3 e 8 per cento“. Una percentuale, dunque, per esprimere la magnitudo che di percentuale non ha nulla. Ecco il post dell’esperto:

Una scossa di terremoto del “tre virgola otto per cento”.
Tg nazionale ora di massimo ascolto, il direttore.

Non si vuole crocifiggere la persona ma fare una osservazione.

Un certo tipo di ignoranza, in Italia, non rileva. Non sapere che Manzoni ha scritto i Promessi Sposi è grave . Non sapere come si misura la severità dei terremoti, no.

Quanti litri ci sono in un metro cubo? Ai tempi dei miei test di ingresso agli studenti del primo anno al Poli, sbagliavano sei su dieci. Next generation deche.

In campo scientifico l’ignoranza è trendy. Cool. Ganza. Giusta.

In Italia i terremoti hanno fatto parecchi danni. Morti. Distruzione. I giornalisti possono permettersi di ignorare le cose più ovvie in questo campo?

Perché è inaccettabile non sapere di Manzoni, ma in campo scientifico l’ignoranza più crassa è tollerata?

Condividere potrà forse indurre a una riflessione.

Ci dobbiamo riprendere la indignazione, dato che questo è solo un esempio tra i mille.

Mentana dovrà correggersi e la Gruber fare una puntata sulla ignoranza scientifica come moda, e non sugli ultimi gorgheggi di qualche signor nessuno“.

E per fugare ogni dubbio, ecco le due principali scale si misurazione dei terremoti, per le quali le percentuali, con buon pace dei giornalisti disinformati in materia sismica, non sono contemplate:

  • La scala Richter è la scala di valutazione di un sisma che esprime una misura della stima dell’energia sprigionata dal fenomeno sismico su base puramente strumentale, ed è quella più utilizzata e che maggiormente leggeremo sui giornali e sentiremo nei tg. Sviluppata nel 1935 da Charles Richter in collaborazione con Beno Gutenberg, entrambi del California Institute of Technology, la Scala Rchter era stata fatta originariamente solo per essere usata in una particolare area della California, e solo su sismogrammi registrati da uno strumento particolare, il sismografo a torsione di Wood-Anderson.
  • Oltre alla scala Richter, un terremoto puo’ essere valutato in base alla cosiddetta scala Mercalli, che valuta l’intensità del sisma basandosi sui danni generati dal terremoto e su valutazioni soggettive. Deriva dal nome di Giuseppe Mercalli, sismologo e vulcanologo famoso in tutto il mondo, che nel 1902 espose alla comunità scientifica la sua prima scala formata però da 10 gradi. Successivamente due sismologi americani, Wood e Neumann, modificarono la scala Mercalli aggiungendo due gradi. La scala Mercalli misura l’intensità di un terremoto, cioè i suoi effetti sui manufatti. Due terremoti di magnitudo diversa possono avere lo stessa intensità, se per esempio hanno ipocentri posti a differenti profondità, oppure si verificano in zone con una diversa antropizzazione
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