SARS-CoV-2, in Italia almeno 1 milione di persone già immuni: hanno gli anticorpi, non possono contagiare nè contagiarsi ma sono incomprensibilmente imprigionati in lockdown

SARS-CoV-2, in Italia più di un milione di persone sono già immuni: sono guarite e hanno gli anticorpi, quindi non possono contagiare nè contagiarsi come se avessero già fatto il vaccino. Perchè non consentirgli di tornare alla libertà?
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Ufficialmente sono 846.809, già tantissimi. Nella realtà sono molti di più perchè ci sono quelli asintomatici o paucisintomatici che hanno fatto i test in cliniche private, e non sono stati inseriti nel conteggio ufficiale: si tratta delle persone già guarite dal SARS-CoV-2 in Italia, e quindi immuni ad una nuova infezione almeno nel breve-medio periodo. Non possono contagiare nè contagiarsi, hanno gli anticorpi e quindi dovrebbero beneficiare, a rigore di scienza e di logica scientifica, di ogni tipo di libertà di movimento e attività sociale. Invece in Italia sono incomprensibilmente ancora relegati in lockdown come il resto della popolazione a rischio, senza alcuna differenziazione.

Il tema dei guariti di Covid inizia a diventare importante, perchè sono tante persone. Che aumentano considerevolmente ogni giorno: oggi abbiamo avuto 23 mila guariti, ieri erano stati più di 38 mila, con questo ritmo entro Natale avremo un altro mezzo milione di persone immune al Covid-19. E’ normale che restino obbligati al rispetto delle norme a cui devono sottostare tutti gli altri cittadini, che però sono esposti al rischio di ammalarsi?

Stamattina Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, ha ribadito che “Chi ha avuto il Covid non deve vaccinarsi contro la malattia perché ha sviluppato anticorpi naturali“. Una notizia molto importante, che conferma la validità degli anticorpi naturali nelle persone che hanno avuto la malattia, e quindi avvicina l’obiettivo dell’immunità di gregge.

Intanto proprio in queste ore un gruppo di ricerca giapponese guidato dal professore della Yokohama City University Takeharu Yamanaka – nella foto a destra – ha dichiarato di aver riscontrato anticorpi in grado di immunizzare dal virus nel 98% delle persone ben sei mesi dopo la loro infezione. Il team al momento sta reperendo ulteriori dati per stabilire se le stesse persone possiedono ancora anticorpi ad un anno dalla prima infezione. “In generale, riteniamo che le persone con anticorpi neutralizzanti abbiano un basso rischio di reinfezione, e questo ci fa ben sperare per poter disporre di vaccini efficaci“, a commentato Yamanaka in una conferenza stampa.

Due giorni fa era stato il direttore per la prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, a spiegare in un incontro con i giornalisti che dall’inizio della pandemia “Sono stati segnalati dei casi di reinfezione ma sono sporadici, c’è stato un caso ad Hong Kong, due in India. E’ un fenomeno che esiste ma che sembra molto raro. Il punto è che studi iniziali avevano evidenziato un abbassamento dei livelli anticorpali nel corso del tempo e una tendenza alla negativizzazione, altri studi dopo hanno invece dimostrato che anticorpi resistono nel tempo ma risultati dipendevano da metodo usato. Quindi non ci sono studi definitivi, però sembra che ci sia riposta anticorpale. C’è uno studio che vorrei citare, che ha fatto l’Istituto superiore di sanità in collaborazione con la provincia di Trento in cui ricercando la presenza di anticorpi contro il capside virale, cioè la parte esterna di virus, si notava una tendenza alla scomparsa degli anticorpi. Invece quando si cercavano quelli contro la proteina spike del virus“, tali anticorpi “rimanevano nel tempo in un’altissima percentuale di persone. Questi sono gli stessi che vengono indotti dalla vaccinazione e può essere di buon auspicio, un buon segnale“.

Perchè, quindi, non considerare la possibilità, almeno nel breve periodo, di consentire alle persone già immuni perchè dotate di anticorpi, di avere deroghe rispetto alle limitazioni? Quindi di potersi spostare liberamente, anche in zona rossa, anche durante il coprifuoco, di poter andare all’estero e rientrare senza quarantena, di poter stare anche in mezzo alla gente senza mascherina? Sarebbe la scelta più logica e scientifica rispetto a chi ha già dovuto subire la malattia e oggi potrebbe fare la vita normale, incomprensibilmente negata. Fino ad oggi di buon senso nella gestione della pandemia ne abbiamo visto davvero poco, ma sarebbe il momento di invertire la rotta.

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