Il Gran Sasso è il punto focale del paesaggio abruzzese con i suoi 35 chilometri di nuda roccia calcarea è dominio della pietra e d’inverno delle nevi.
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga come altri pochi territori della nostra penisola può vantare un assetto in cui la natura si altrettanto protagonista; qui al visitatore è consentito entrare a contatto con la natura attraverso attività come lo sci-alpinismo ma anche attraverso i percorsi di trekking o i 320 chilometri dell’Ippovia più lunga d’Italia.
Le rocce del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
In Abruzzo si estende su 150.000 ettari il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga che si configura come uno dei più vasti d’Italia.
I tre gruppi montuosi: la catena del Gran Sasso d’Italia, il massiccio della Laga e i Monti Gemelli hanno al centro il Corno Grande, che con i suoi 2.194 metri costituisce la vetta più alta degli Appennini e la cui prima conquista storicamente documentata avvenne nel 1573 ad opera del bolognese Francesco De Marchi.
Nel Gran Sasso è presente il ghiacciaio più meridionale d’Europa, il Calderone, che tuttavia ha una superficie limitata; mentre Campo Imperatore dove si trova un lago preistorico, si configura come un altipiano lungo 27 chilometri e largo 8 chilometri.
Si tratta di un’ampia, sconfinata distesa ondulata, priva di qualunque vegetazione d’alto fusto che si profila come perfetta base per lo sci-alpinismo.
Tra i tesori geologici del Gran Sasso vi è certamente la Grotta a Male che, con la sua profondità di 85 metri e uno sviluppo lineare di circa 600 metri, è una delle principali cavità che in gran numero costellano il Parco.
Il suo interno è impreziosito da stalattiti, splendide concrezioni e piccoli ma profondi laghi; tuttavia, la sua importanza risiede anche nella documentazione archeologica dei millenni che vanno dal V al II a.C.; inoltre, attraverso gli scavi sono stati portati alla luce reperti paletnologici riferibili alle culture appenniniche della seconda età del ferro.
Flora e Fauna nel Gran Sasso
La varietà e ricchezza della flora e della fauna si radicano sui possenti massicci rocciosi, tra le cascate, i laghi, i prati e i boschi oltre che sulle sterminate distese di neve adatte sia allo sci di fondo che alla discesa e persino sulle impressionanti pareti rocciose che sono affrontabili solo con la maestria dei grandi alpinisti.
Non è improbabile trovarsi faccia a faccia con il lupo dell’Appennino ma tra le specie faunistiche si possono incontrare più di frequente vi sono: cervi, caprioli, salamandre dagli occhiali e geotritone italico ma anche il tritone alpestre; le praterie d’altitudine, invece, sono l’habitat della vipera dell’Orsini, che qui nel Parco ha la più consistente popolazione italiana.
L’animale simbolo del Parco è, però, il camoscio appenninico, poiché, a 100 anni dall’estinzione dell’ungulato sul Gran Sasso, un progetto di reintroduzione lo ha portato a ricolonizzare le montagne, dove oggi si contano circa 500 individui.
L’avifauna, invece, comprende rapaci rari come l’astore, l’aquila reale, il falco pellegrino, il gufo reale, l’allodola e il fringuello alpino ma anche il codirossone e il gracchio alpino.
Con 2.364 specie censite, il Parco del Gran Sasso è una delle aree protette dalla maggiore biodiversità vegetale in Europa.
La componente floristica più preziosa è legata agli ambienti delle alte quote, dove persistono i cosiddetti “relitti glaciali“: piante endemiche come l’androsace di Matilde, l’adonide ricurva, la viola della Majella, la stella alpina dell’Appennino, il genepì appenninico e diverse specie del genere delle orchidee.
Se i Monti della Laga rivelano preziosi nuclei di abete bianco e di betulla, tra i boschi e i pascoli d’altura, un’atmosfera nordica viene evocata dalla presenza di un’estesa brughiera a mirtillo. Le foreste si distinguono per querceti e antichi castagneti qui impiantati già dall’epoca romana mentre tra i 1000 e i 1.800 metri di altitudine si estendono ampie distese di faggete in cui si inseriscono aceri, tassi, frassini e olmi montani.
Attività nel Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga
Se i sentieri d’alta quota che conducono verso il Corno Grande e le altre cime più levate sono percorribili in sicurezza solo d’estate, nel Parco è possibile tutto l’anno fare l’esperienza di escursioni di vario livello e difficoltà.
Le aree degli alti rilievi sono perfette per la pratica dello sci alpino, con circuiti studiati per i più esperti e percorsi più adatti ai principianti e ai bambini, mentre i vasti altopiani diventano i luoghi ideali per lo sci di fondo, con un’ampia scelta di anelli battuti e itinerari.
La distesa innevata di Campo Imperatore è adatta per lo snowkite, per farsi trainare dal vento sulla neve o per salire e scendere i pendii. Nei dintorni vette, creste e cascate ghiacciate offrono itinerari estremi con piccozza e ramponi.
Si possono percorrere sentieri di più ampio respiro ma anche passeggiate panoramiche e camminate pedemontane tra borghi medievali; inoltre vi sono numerosi itinerari tematici che conducono a cascate e sorgenti, castelli, necropoli o eremi che si possono praticare anche d’inverno con ciaspolate sulla neve.
Una delle esperienze da vivere nei distretti è seguire la presenza della fauna selvatica imparando a riconoscere orme e tracce, magari con il supporto di una guida. La caccia fotografica è un altro modo per scoprire la natura e le emozioni che l’avvistamento di camosci, lupi e uccelli sa suscitare; in molte aree, inoltre, è possibile praticare birdwatching.
L’Ippovia del Gran Sasso con i suoi 320 chilometri è la più lunga d’Italia e attraversa ben 8 degli 11 distretti turistico-ambientali in cui si suddivide l’area protetta.
I tragitti da percorrere a cavallo possono usufruire di punti d’acqua e abbeveratoi ma anche di dozzine di fonti, numerose aree di sosta attrezzate con punti di fuoco e rifugi di montagna con capanni allestiti per la sosta e il ricovero dei cavalli.
Per gli amanti della mountain bike, inoltre, l’Ippovia del Gran Sasso ha previsto diversi percorsi ciclabili ad anello intorno al massiccio del Gran Sasso, che attraversano territori a diverse quote ma di pari bellezza e suggestione.