Le misure di distanziamento sociale studiate per contenere la pandemia di coronavirus rimarranno probabilmente necessarie sino alla fine del 2021. Lo ha dichiarato oggi il ministro della Salute della Corea del Sud, Kwon Deok-cheol. “Anche conseguendo una immunità di gregge del 70%, il distanziamento sociale e altre misure di salute pubblica rimarranno in vigore per un certo periodo“, ha dichiarato il ministro nel corso di una conferenza stampa virtuale. Kwon ha fornito un aggiornamento in merito ai piani del governo per le vaccinazioni: l’obiettivo, ha spiegato il ministro, è di giungere a vaccinare il 70% della popolazione sudcoreana entro il prossimo novembre, così da minimizzare i rischi in vista della prossima stagione invernale. Ai cittadini non verrà concesso di scegliere quale vaccino farsi somministrare, per “ridurre la confusione pubblica“. Kwon ha aggiunto che il governo “monitorerà attentamente tutti i possibili effetti collaterali che dovessero emergere durante il processo di vaccinazione“.
Il governo della Corea del Sud ha decretato un allentamento delle misure di distanziamento sociale in vigore nel Paese, dopo il significativo calo del bilancio giornaliero dei nuovi contagi. A partire da questa settimana hanno potuto riaprire bar e palestre che operano al chiuso, operando però a capienza limitata. Le autorità sanitarie sudcoreane hanno diagnosticato un totale di 404 nuovi casi di positività al coronavirus nell’arco delle ultime 24 ore, in forte calo rispetto ai recenti picchi di oltre mille contagi. Il totale dei contagi registrati nel Paese dall’inizio della pandemia è aumentato a 73.918, di cui 60.849 già guariti e appena 1.316 morti. Su una popolazione di 51 milioni di abitanti, è uno dei dati migliori al mondo. Il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, ha ribadito frattanto la promessa di garantire la fornitura gratuita del vaccino contro la Covid-19 a tutti i cittadini sudcoreani che vorranno inocularselo. La campagna vaccinale avrà inizio in Corea del Sud il mese prossimo.
Il primo ministro della Corea del Sud, Chung Sye-kyun, ha avvertito lo scorso 14 gennaio che il governo è pronto ad adottare misure più severe contro quanti interferiscano con gli sforzi di contenimento della pandemia di coronavirus, dopo la notizia di un nuovo focolaio di infezione originato dalla chiesa evangelica “Back to Jerusalem Center for All Nations” a Sangju, 270 chilometri ad est di Seul. “La maggior parte delle strutture religiose partecipano attivamente alle misure antivirus di Stato, ma l’opinione pubblica è allarmata dal focolaio che dal BtJ Center for All Nations si è propagato nel Paese“, ha dichiarato Chung nel corso di una riunione inter-agenzia sulla risposta alla pandemia. La chiesa è emersa come nuovo epicentro della pandemia in Corea del Sud, con oltre 660 casi di positività ricondotti ad essa. Il primo ministro ha dichiarato che “il governo non tollererà nè consentirà comportamenti irrazionali, come l’interferenza con le attività di tracciamento o il rifiuto di sottoporsi ai test, che costituiscono una minaccia aperta alla sicurezza pubblica“.
Nei giorni scorsi il governo della Corea del Sud ha esteso all’intero territorio nazionale il divieto agli assembramenti privati di oltre cinque persone non conviventi, e prorogato le misure già in vigore sino almeno al prossimo 17 gennaio. Lo ha annunciato lo scorso fine settimana il ministero della Salute di quel paese. Il divieto di assembramento è già in vigore nell’area di Seul dallo scorso 23 dicembre, e proibisce a gruppi di oltre cinque persone di riunirsi al chiuso o all’aperto a fini di socializzazione. Il neonominato ministro della Salute e del welfare, Kwon Deok-cheol, ha dichiarato durante una conferenza stampa che la misura punta a “stabilizzare l’andamento dei nuovi contagi prima dell’inizio delle vaccinazioni, nel mese di febbraio“.
La Corea del Sud ha raggiunto un accordo con la compagnia farmaceutica Moderna per la fornitura di dosi di vaccino sufficienti a 20 milioni di persone a partire dal secondo trimestre 2021. L’accordo è stato raggiunto nel corso di una videoconferenza tra il presidente Moon Jae-in e l’amministratore delegato di Moderna, Stephane Bancel, nella giornata di ieri. L’accordo prevede una fornitura di volume doppio rispetto a quello inizialmente previsto dal governo sudcoreano. L’accordo prevede anche una accelerazione dei tempi rispetto all’obiettivo iniziale di Seul, che prevedeva di ricevere i vaccini di Moderna a cominciare dal quarto trimestre 2021. La formalizzazione dell’accordo potrebbe giungere entro la fine della settimana. Moon e Bacel hanno inoltre concordato di giungere alla firma di un memorandum d’intesa per la cooperazione tra l’Istituto nazionale di malattie infettive della Corea del Sud e Moderna nei campi della ricerca e dello sviluppo.
Il governo sudcoreano ha siglato anche un accordo con Pfizer e Janssen (Johnson & Johnson) per l’acquisto di dosi di vaccino sufficienti a immunizzare 16 milioni di persone dal coronavirus. Lo ha annunciato la scorsa settimana il primo ministro della Corea del Sud, Chung Sye-kyun. Seul aveva già avviato le procedure per l’acquisto di vaccini da quattro aziende farmaceutiche, incluse Pfizer e Janssen, e tramite l’iniziativa globale Covax, sostenuta dall’Organizzazione mondiale della sanità. Gli accordi sono parte di un programma definito da Seul per immunizzare l’85 per cento della popolazione sudcoreana, pari a circa 51 milioni di persone.