Il virus SARS-CoV-2, in alcune persone, puo’ avere degli effetti anche sulla salute mentale, provocando disturbi mentali o aggravando quelli già esistenti. La causa starebbe nei processi di neuroinfiammazione innescati dal Covid-19, aggravati dalle condizioni di stress indotto dalle particolari condizioni di vita e dal grave timore di contrarre l’infezione. È quanto emerge da uno studio italiano, pubblicato sulla rivista Translational Psychiatry da un gruppo di ricercatori guidati da Luca Steardo dell’Universita’ Sapienza di Roma e Giustino Fortunato di Benevento.
SARS-CoV-2 può arrivare a scompaginare le connessioni nervose e far degenerare i neuroni, causando la comparsa o il peggioramento di malattie mentali, come depressione, psicosi, disturbo bipolare, disturbi cognitivi, disturbo ossessivo-compulsivo, post-traumatico da stress, epilessia. La comparsa o il peggioramento di disturbi mentali puo’ verificarsi anche in quelle persone che non hanno avuto gravi sintomi di Covid-19, “ma che mostrano una particolare risposta immunitaria individuale, sulla base di fattori genetici ed epigenetici – spiega Steardo – che induce processi neuroinfiammatori, capaci nel tempo di scompaginare le connessioni nervose e far degenerare i neuroni, disordinando l’organizzazione di alcune aree del sistema nervoso centrale”.
Questi effetti a livello del sistema nervoso non sono pera’ una novita’ dell’attuale pandemia. “Bisogna ricordare che pandemie del passato, come la Spagnola, ma anche le piu’ recenti e meno gravi epidemie di Mers e Sars 1, sono state caratterizzate dall’insorgenza a distanza di una vasta gamma di disturbi neuropsichiatrici in seguito all’infezione – conclude Steardo – Per questo suggeriamo una piu’ attenta osservazione circa la comparsa di possibili alterazioni comportamentali in soggetti con storia di contagio, e, se necessario, la possibilita’ di allestire specifici registri in futuro”.