Il primo libro stampato della storia e rinomato in tutto il mondo proprio per la rivoluzione radicale a cui diede inizio è la cosiddetta Bibbia di Gutenberg.
Il 23 febbraio 1455, infatti, il tipografo Johannes Gutenberg in una piccola bottega di Magonza creava la Bibbia a partire da caratteri mobili, sottraendo per sempre il monopolio della realizzazione dei libri alla pazienza degli amanuensi e consentendo nel tempo la libera divulgazione del sapere.
Creazione Bibbia di Gutenberg
Il 23 febbraio del 1455 Johannes Gutenberg iniziava a creare l’opera che avrebbe cambiato per sempre il mondo dei libri poiché quel giorno iniziava la stampa del primo libro stampato con una macchina e non realizzato dalla paziente e minuziosa opera di un amanuense: si trattava di quella che passò alla storia come la Bibbia di Gutenberg.
Il libro realizzato in una piccola bottega di Magonza è anche conosciuto come “Bibbia a quarantadue linee”, e fu il primo testo d’Europa realizzato con la cosiddetta tecnica a caratteri mobili.
Il testo che Gutenberg decise di stampare per sperimentare la sua innovativa tecnica fu la Bibbia nella versione tradotta in latino da San Girolamo nel V secolo d. C. e che prende il nome di “Vulgata“.
Della Bibbia di Gutenberg 1455 il vescovo Enea Silvio Piccolomini, che sarebbe poi diventato papa Pio II, scriveva in una lettera indirizzata al cardinal Juan de Carvajal di aver visto una Bibbia “di scrittura molto chiara e corretta, senza errori da nessuna parte, che Sua Signoria avrebbe letto senza fatica e senza occhiali”.
La tecnica della stampa a caratteri mobili
Sebbene la stampa a caratteri mobili riducesse i costi di copiatura dei testi e permettesse la loro diffusione, per portare a compimento il suo progetto Gutenberg necessitava di finanziatori: sappiamo, infatti, che Johannes Fust gli prestò la somma di 800 guilders nel 1449 e nel 1452 vi aggiunse altri 800 guilders.
Gutenberg iniziò a collaudare la sua pressa da stampa e i suoi caratteri mobili in lega metallica, intorno al 1450, componendo dei testi su pagine di carta, e in seguito intraprendendo la stampa di piccoli libricini, come la grammatica latina di Donato.
L’essenza della lavorazione era manuale: per comporre ciascuna linea di testo, occorreva selezionare a uno a uno i caratteri, in rilievo e invertiti, corrispondenti alle lettere delle parole e posizionarli in una “forma” speciale collocata sul piano della pressa.
La procedura utilizzata da Gutenberg era semplicissima e riduceva i tempi di realizzazione di un libro in modo radicale, per realizzare 180 copie del testo Gutenberg lavorò alacremente per ben 3 anni, ma un amanuense ci avrebbe messo molto più tempo anche a realizzarne una sola copia. Delle 180 copie che vennero realizzate, 40 furono stampate su supporto in pergamena e 140 su carta, impiegando: 100.000 caratteri, 6 presse e 20 stampatori.
La pagina di pergamena o di carta veniva posta su una base si piccole lettere realizzate in lega di piombo e stagno che venivano ricollocate di volta in volta per dar vita a un testo sempre diverso e dopo essere state cosparse d’inchiostro veniva sopra queste pressato il foglio su cui si imprimeva un testo perfettamente leggibile.
Gutenberg desiderava imitare i codici copiati a mano, pertanto stampò su due colonne, utilizzando un carattere simile al gotico, molto ampio, chiamato “textura“, il cui nome deriva dal fatto che i caratteri nelle linee verticali sembrano contenere un’intrecciatura; il carattere veniva utilizzato all’epoca per i testi liturgici, in particolare per i messali.
La Bibbia è nota come “Bibbia a 42 righe“, proprio perché il testo è disposto su due colonne per pagina, per un totale di 42 righe, ed era composta da 1282 pagine distribuite in 2 volumi di formato in-folio di 324 e 319 pagine. L’antico testamento occupava il primo e parte del secondo volume che si concludeva con il Nuovo Testamento.
Inoltre, la Bibbia veniva dipinta proprio per destinarla alla continuità con i codici miniati, infatti, com’è possibile leggere sulla sull’ultima pagina del secondo volume di una copia conservata nella Bibliothèque Nationale a Parigi, è scritto che essa fu rubricata, dipinta e rilegata tra il 15 e il 24 Agosto 1456. Gli acquirenti di tali Bibbie potevano anche decidere che tipo di decorazioni desideravano aggiungere, in tal modo ogni pezzo diveniva unico.
La rivoluzione della stampa
Questa bibbia latina fu originariamente acquistata da istituzioni religiose, essenzialmente monasteri, ma l’intuizione di Gutenberg non era destinata a rimanere un segreto a lungo perché, una volta percepita la portata della rivoluzione che egli mise in moto, a Magonza si recarono numerosi tipografi e artigiani dell’editoria, ansiosi di apprendere la nuova tecnica. Nel giro di pochissimi anni la stampa a caratteri mobili ebbe diffusione in tutta Europa.
Tuttavia, più che parlare di invenzione è pittosto corretto parlare di intuizione poiché la stampa così concepita esisteva già in Cina da almeno 4 secoli e il debito che il mondo occidentale ha nei confronti del tipografo tedesco è più precisamente da ricercarsi nell’aver colto l’esigenza di riappropriarsi di una cultura relegata alle biblioteche dei monasteri e agli studi dei miniaturisti.
L’acume tecnico di Gutenberg gli consentì di migliorare la tecnica della xilografiga (che consentiva la stampa ma a partire da caratteri fissi che riproducevano quindi sempre lo stesso testo) concependo un macchinario che consentisse una produzione in serie ma che fosse anche possibile riutilizzare all’infinito per produrre testi differenti.
Gutenberg tentò di compiere un’altra evoluzione stampando i titoli in rosso, ma rinunciò poiché l’operazione risultava troppo onerosa: avrebbe, infatti richiesto di passare ciascun foglio due volte sotto la pressa. Questa tecnica, tuttavia, fu in seguito ampiamente messa in opera dai suoi successori del XV secolo.
Le copie sopravvissute della Bibbia di Gutenberg
Ad essere arrivate fino ai nostri giorni sono solo 49 copie delle 180 originarie stampate da Gutenberg e alcune pagine sciolte si trovano in alcune biblioteche, come quella del Museo Correr di Venezia o la Biblioteca municipale di Colmar.
La maggior parte degli esemplari esistenti si trovano in Germania; nel 1978 il Museo Gutenberg di Magonza ne acquisì una preziosa copia, gelosamente custodita in un caveau, dove sono presenti altri preziosi oggetti esposti come: i prototipi dei torchi da stampa e alcune fedeli riproduzioni dei caratteri metallici originari.
La maggior parte degli altri esemplari della Bibbia a 42 linee si trovano tra Francia, Regno Unito e Stati Uniti e si possono considerare tra i libri più costosi al mondo poiché il valore di un esemplare completo si aggira sui 10 milioni di dollari; prezzo pagato tra l’altro dal miliardario Bill Gates che se ne aggiudicò una all’asta nel 1994 per tale cifra.
In Italia è la Biblioteca Apostolica Vaticana a conservarne sia una copia in pergamena sia una copia in carta per coloro che volessero ammirare questo prezioso cimelio della storia e della cultura mondiale.
Anche Napoli vanta un pezzo di gande importanza connesso alla Bibbia di Gutenberg: nella Biblioteca di Storia Patria di Castel Nuovo è custodito, infatti, il primo libro stampato in Italia, realizzato grazie alla donazione di due chierici tedeschi di alcuni tra i primi testi stampati a caratteri mobili.
Dal 2017 la Bibbia di Gutenberg che aprì la strada alla Riforma Protestante è anche presente online grazie alla Biblioteca Nazionale Francese che l’ha caricato sul suo sito web rendendolo consultabile dal pubblico in due versioni, sia quella in pergamena che quella in carta e rese ad alta risoluzione grazie alle più moderne tecnologie.