Il Codacons infierisce su Sanremo: bocciato il protocollo Rai, il Festival non si deve fare

Il Festival di Sanremo 'non s'adda fare': il Codacons è fermamente deciso a chiedere l'interruzione della kermesse musicale, rinviandola a data da destinarsi
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L’Odissea per il Festival di Sanremo non è ancora terminata. Le restrizioni anti covid rischiano di far saltare l’appuntamento annuale con la canzone italiana. Inizialmente si era parlato di un Festival con tanto di pubblico, ma l’idea è stata bocciata perché era impensabile sottoporre a tampone, tutti i giorni, gli spettatori presenti in sala. Ora si parla addirittura di annullarlo. “Apprezziamo lo sforzo fatto dalla Rai nel tentativo di tutelare la sicurezza nel corso del prossimo Festival di Sanremo, ma riteniamo che nemmeno il corposo protocollo presentato dall’azienda al Comitato Tecnico Scientifico possa garantire la salute pubblica”. Lo afferma il Codacons in una nota, dopo la pubblicazione del contenuto del protocollo anti-Covid presentato dalla Rai, con misure rigide per cantanti e dipendenti.

”Il vero problema è che il Festival non si svolge solo all’Ariston, ma coinvolge tutta la città di Sanremo e attira un numero enorme di cittadini, giornalisti e fans che si riversano nel piccolo comune nei giorni della kermesse, dando vita ad assembramenti incontrollabili – dice il presidente Carlo Rienzi -. Anche nel caso in cui il protocollo potesse fornire certezze sul rispetto delle misure anti-Covid sul palco, nel backstage o nei camerini, non può certo offrire garanzie su ciò che avviene fuori dal teatro Ariston, ed è impensabile rendere il comune di Sanremo interamente zona rossa per consentire lo svolgimento della manifestazione”. ‘‘Per tale motivo chiediamo al Cts di pronunciarsi contro l’opportunità di far svolgere il Festival in piena pandemia, e ribadiamo la necessità di rimandare l’evento ad altra data, nell’interesse della collettività’‘, conclude Rienzi.

Riunione del Cts domani alle 13

È convocata per domani alle 13 la riunione del Cts che dovrà, tra le altre cose, dare il parere sul protocollo di sicurezza sanitaria per il Festival di Sanremo, stilato dalla Rai e inviato al comitato lunedì scorso. Secondo rumors insistenti il Cts non dovrebbe avere problemi a concedere il nulla osta perché la manifestazione possa svolgersi dal 2 al 6 marzo come previsto. Il protocollo anti-Covid, la cui parte principale è naturalmente quella concernente il Teatro Ariston, contiene – a quanto apprende l’Adnkronos – anche un allegato dedicato alla sala stampa. Per il teatro Ariston, la Rai ha predisposto un documento molto dettagliato con le norme di comportamento per ciascuna categoria di lavoratori coinvolti: cantanti, orchestrali, maestranze, conduttori e ospiti sul palco dovranno sottoporsi a tampone ogni 72 ore. Tempi, percorsi, modalità di ingresso e uscita dal teatro e dal palco, sono minuziosamente descritte. L’orchestra sarà divisa nei due golfi mistici a ridosso del palco, che occupano una parte importante di quella che negli altri anni era la platea: l’obiettivo è quello di dividere i fiati (che per definizione sono a più alto rischio contagio) dagli archi e dal resto dell’orchestra. Tutti coloro che non saranno sul palco per esibirsi o condurre dovranno indossare la mascherina Fp2. Per quanto riguarda i giornalisti le norme previste dalla Rai sono più o meno quelle stabilite anche per i giornalisti impegnati per i Mondiali di sci a Cortina: spazio per le scrivanie diviso in quadranti, con 6 metri quadri per ogni giornalista, tampone ogni 72 ore, norme per distanziamento anche all’ingresso. La mappatura delle scrivanie e le distanze serviranno anche a tracciare con più facilità eventuali contatti a rischio, se qualcuno dovesse risultare positivo.

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