La prima parte di febbraio ha portato ondate di freddo estremo e forti nevicate in Europa e Stati Uniti, a causa della divisione del vortice polare. Si è trattato di eventi molto rilevanti, sia per intensità che per estensione. In un articolo pubblicato sul proprio sito, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) sintetizza i tratti più salienti delle ondate di freddo e neve che hanno colpito l’emisfero settentrionale.
Ondata di gelo e neve negli USA
Grandi fasce del Nord America sono state colpite da freddo e forti nevicate, che hanno spezzato vite umane, creato una grande caos nei trasporti e blackout per milioni di persone. Il freddo prolungato, che ha prodotto molti nuovi record di temperatura, è stato causato da un’ondata di aria artica che dal Canada è scesa fino in Texas. Oltre 100 milioni di persone su oltre 1,6 milioni di chilometri quadrati sono stati sotto allerta per la tempesta invernale. Circa il 73% degli USA continentali sono stati coperti di neve fino alla mezzanotte del 16 febbraio, l’estensione più grande mai registrata nel database, che risale fino al 2003.
Alcune parti del Texas sono state più fredde dell’Alaska: Dallas ha raggiunto -16°C il 15 febbraio, la temperature più bassa per la città dal 1989 (in questo periodo dell’anno, sono tipiche temperature di circa 15°C). La temperatura registrata allo Houston’s Intercontinetal Airport è stata di -8°C. Fino a 4 milioni di persone in Texas sono rimaste senza energia elettrica.
Freddo e tempeste in Europa
La Russia e i settori settentrionali dell’Europa sono stati colpiti da condizioni molto fredde a metà febbraio, insieme ad una serie di tempeste atlantiche. Il Sud Europa e il Mediterraneo sono stati interessati da grandi tempeste di neve, fino in Spagna. Anche la Grecia è stata imbiancata dalla neve nella settimana del 15 febbraio. Il Regno Unito ha avuto la sua notte di febbraio più fredda dal 1955, con la temperatura di -23°C raggiunta a Braemar (Aberdeenshire).
In Germania, nella settimana dell’8 febbraio, la temperatura è scesa sotto i -20°C in molte stazioni, infrangendo molti record mensili, mentre persino le aree a bassa quota hanno ricevuto forti nevicate. I canali nei Paesi Bassi si sono congelati – un evento sempre più raro. La Lettonia ha avuto una temperatura media dell’aria di -3,7°C nell’inverno 2020-2021, la più bassa dal 2012-2013, e anche la copertura nevosa più spessa da allora. Nei primi 10 giorni di febbraio, la temperatura media dell’aria nello stato è stata di -8,8°C, 5°C in meno rispetto alla norma del decennio 1981-2010.
Riscaldamento stratosferico improvviso
Il meteo estremo di febbraio è stato innescato da pattern della circolazione atmosferica a grande scala e un recente evento meteorologico chiamato “riscaldamento stratosferico improvviso” (o stratwarming) avvenuto nella stratosfera, circa 30km sopra il Polo Nord. L’evento di riscaldamento stratosferico improvviso ha portato ad un indebolimento del vortice polare, ossia un’area di bassa pressione e aria fredda che circonda i poli della Terra. Tipicamente i venti del vortice polare sono abbastanza forti da tenere l’aria più fredda intrappolata nell’Artico durante l’inverno. L’indebolimento del vortice polare, invece, ha permesso all’aria fredda di scendere fino alle medie latitudini e ad aria più calda di entrare nell’Artico.
Ripetute alterazioni del vortice polare hanno determinato un’oscillazione artica negativa dall’inizio di dicembre 2020. Questo si è tradotto in un Artico caldo, in un pattern freddo per il continente, con ondate di freddo in Europa e tempeste atlantiche.
Il ruolo dei cambiamenti climatici
L’ondata di freddo in Europa è insolita ma non eccezionale. E al contrario del Nord America, altri parti del mondo sono state insolitamente calde. Dopo l’ondata di freddo, inoltre, molte parti del Centro Europa stanno vivendo un intenso caldo fuori stagione.
In generale, le ondate di freddo stanno diventando meno frequenti come conseguenza dei cambiamenti climatici, spiega l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, e c’è stato un calo dei nuovi record di temperature fredde a causa del riscaldamento globale. Ma temperature rigide e neve continueranno ad essere parte dei tipici pattern meteorologici dell’inverno dell’emisfero settentrionale, chiarisce l’OMM.
L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) afferma che è “virtualmente certo che ci saranno estremi di temperature alte più frequenti e meno estremi di temperature basse sulla maggior parte delle terre emerse su scale temporali giornaliere e stagionali a causa dell’aumento delle temperature globali medie. È molto probabile che le ondate di caldo si verificheranno con una maggiore frequenza e durata. Continueranno a verificarsi occasionali estremi di freddo”. È ancora in corso la ricerca per l’attribuzione delle temperature estreme (eventi caldi o freddi) osservate occasionalmente nella stagione invernale dell’emisfero settentrionale. Con l’Artico che si riscalda oltre al doppio della velocità rispetto alla media globale, c’è uno speciale interesse su come il riscaldamento delle masse d’aria artiche e il calo del ghiaccio marino stiano influenzando la circolazione oceanica e la corrente a getto, con influenza sul meteo delle medie latitudini, conclude l’OMM.