La Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato l’uso dei due anticorpi monoclonali anti-Covid delle americane Eli Lilly e Regeneron, per l’impiego in fase precoce in pazienti ad alto rischio.
Secondo il virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, si tratta di una vittoria, ma anche di una “terribile sconfitta per la credibilità di molte persone. Prima di tutto di quelli che nell’ottobre scorso si sono opposti in modo durissimo a questa autorizzazione, così facendo perdere tempo prezioso a tutti“. “Sarebbe importante ora – afferma Silvestri su Facebook – che questi personaggi spiegassero, una volta per tutte, cosa gli ha fatto cambiare idea circa la necessità di un approvazione europea, e l’efficacia clinica degli anticorpi nei pazienti con COVID-19. Perché bisogna spiegare al Paese per quali motivi si approva a inizio febbraio una cosa che fu fatta fallire ad ottobre“.
Secondo Silvestri è anche “una pagina nera per i media mainstream italiani, a partire da Corriere della Sera, Repubblica e RAI, che per settimane hanno bellamente ignorato l’inchiesta giornalistica scritta per il Fatto Quotidiano da Thomas Mackinson, un giornalista che ce ne fossero, serio e preparato, dando invece risalto senza contraddittorio a quel famoso (ora possiamo dire famigerato) comunicato stampa di AIFA del 22 dicembre scorso, in cui si diceva che bisognava aspettare EMA — come poi smentito da Pani, Palù, Lorenzin e Ricciardi“.
Infine, “l‘Oscar della vergogna più grossa“, secondo il virologo, in questa vicenda “a metà tra il tragico ed il grottesco, va a quel tam-tam che è stato organizzato contro gli anticorpi su alcuni social e blogs. Un tam-tam tutto italiano a base di fesserie pseudo-scientifiche degne del peggior repertorio no-vaxx e non esente da attacchi personali diffamatori verso il sottoscritto, di cui purtroppo si sono resi protagonisti anche alcuni “colleghi”. Un fenomeno di squadrismo social, tanto falso quanto vigliacco, su cui chiunque abbia a cuore la verità dell’informazione scientifica farebbe bene a riflettere a lungo“.