I bambini proteggono la famiglia dal Covid-19: lo studio che rivoluziona l’approccio alla pandemia

Potremmo averli costretti a chiusure forzate per nulla, anzi, così facendo potremmo aver peggiorato la situazione: il ruolo dei bambini nella lotta al Covid non è quello che si pensava
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Un enorme studio che ha preso in esame migliaia di famiglie di operatori sanitari con e senza bambini condotto da numerosi scienziati e pubblicato su medRxiv, potrebbe rivoluzionare completamente l’approccio al Covid e in particolare alle misure da prendere per contrastare la pandemia.

L’obiettivo era quello di capire se i bambini, che com’è noto sono relativamente protetti dal Covid-19, probabilmente a causa dell’immunità di protezione crociata, favoriscano anche una protezione dal virus agli adulti con i quali sono a contatto. E per provarlo sono stati presi in esame 241.266, 41.198, 23.783 e 3.850 adulti che condividevano una famiglia con rispettivamente 0, 1, 2 e 3 o più bambini piccoli. Durante il periodo di studio ci si è resi conto che il rischio che il Covid-19 richiedesse il ricovero in ospedale si riduceva progressivamente con l’aumentare del numero di bambini presenti in casa. Ma non solo. Dopo la riapertura delle scuole a tutti i bambini nell’agosto 2020, non è stata osservata alcuna associazione tra l’esposizione a bambini piccoli e il rischio di infezione.

Secondo i ricercatori, dunque, tra marzo e ottobre 2020, la convivenza con bambini piccoli è stata associata a un rischio attenuato di eventuali di casi di Covid-19 che richiedevano l’ospedalizzazione tra gli adulti che vivono nelle famiglie di operatori sanitari. E inoltre non c’erano prove che la convivenza con bambini piccoli aumentasse il rischio di infezione negli adulti, anche durante il periodo successivo alla riapertura delle scuole.

Dello studio ha parlato di recente, attraverso i propri canali social, Sara Gandini, ricercatrice e docente in Epidemiologia/ Biostatistica, presso l’ospedale oncologico e l’università statale Milano. “I bambini sembrano proteggere – scrive Gandini -. Gli autori di questo recente enorme studio di coorte scozzese hanno esaminato l’ipotesi che il rischio di COVID-19 negli adulti sia attenuato per quelli con elevata esposizione a bambini piccoli (0-11 anni) grazie alla possibile immunità di protezione crociata.
Hanno esaminato i dati di una coorte di oltre 300.000 adulti che vivono in una famiglia con un operatore sanitario. I risultati mostrano che il rischio di risultare positivo per SARS-CoV-2 nel periodo da marzo a ottobre 2020 è stato leggermente inferiore per le persone che vivono con bambini piccoli, e questa riduzione è persistita dopo aver aggiustato per potenziali confondenti. Anche il rischio che COVID-19 richiedesse il ricovero in ospedale (esito primario specificato) è stato trovato inferiore per coloro che vivevano con bambini piccoli, sebbene questo risultato non raggiungesse la significatività statistica”.

“Durante il periodo di studio – prosegue l’esperta -, il rischio di COVID-19 è stato trovato associato ad una riduzione statisticamente significativa del 7% con l’aumento dei figli in casa (aHR per bambino 0,93; IC 95% 0,88-0,98). Il rischio non è aumentato dopo la riapertura delle scuole a tutti i bambini nell’agosto 2020.
La riduzione statisticamente significativa di rischio di Covid-19 con l’aumento del numero di bambini piccoli nella famiglia è stata trovata simile negli adulti con comorbidità (riduzione del 16%: aHR per bambino 0,84; IC 95% 0,72-0,99) e senza (riduzione del 7%: aHR 0,93; IC 95% 0,88-0,97). La riduzione di rischio è stata trovata più forte per chi vive con bambini piccoli ma anche per le famiglie che vivono con adolescenti non è stata trovato alcun aumento di rischio.
La riduzione di rischio è stata trovata simile per gli operatori della sanità che lavorano part-time e a tempo pieno.
Questi risultati, scrivono gli autori, dovrebbero essere tenuti in conto nelle scelte politiche che riguardano la chiusura di asili nido e scuole”.

genitori figli bambino zaino scuolaCome spiegano gli stessi autori dello studio, che i bambini piccoli abbiano meno probabilità di sviluppare COVID-19 e malattie gravi rispetto agli adulti, forse in parte a causa dell’immunità di protezione crociata alla SARS-CoV-2, era già noto. Non è noto, però, se il contatto con bambini piccoli offra agli adulti un grado di protezione dal COVID-19. Due studi hanno ora suggerito che il contatto con i bambini può essere inversamente associato al rischio COVID-19 (rischio di infezione, ospedalizzazione o morte per COVID-19). Il vasto studio in questione,  inoltre, sottolinea come gli adulti con bambini piccoli avessero un rischio inferiore di risultare positivi per SARS-CoV-2, scongiurando anche in parte il pericolo di ricovero in ospedale, e dunque di complicanze.

Ma non solo. Gli adulti che vivono bambini piccoli non erano a maggior rischio di COVID-19, anche da agosto a ottobre 2020, quando gli asili nido e le scuole erano aperti per tutti i bambini.

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