L’incidenza della pandemia di Sars-Cov2 in Italia è il parametro più importante per capire l’andamento del contagio nelle varie zone del Paese. In base ai dati di ieri, venerdì 5 marzo, abbiamo un’incidenza media nazionale in Italia di 225 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, molto lontana dalla soglia di 50 casi che consentirebbe di ripristinare il contact tracking dei casi e viene infatti considerata utile a determinare le “zone bianche“, dove cessa ogni limitazione e si può tornare alla normalità. La Sardegna è in “zona bianca” da una settimana (e i dati epidemiologici sono ulteriormente migliorati), e potrebbe essere seguita a breve da Calabria e Sicilia, qualora continuassero nel trend virtuoso già dimostrato nelle ultime settimane.
Per la Calabria lunedì inizierà la 6ª settimana consecutiva in “zona gialla”: dall’inizio della pandemia è la Regione meno colpita in assoluto dal Coronavirus, è quella con il minor numero di morti in rapporto alla popolazione (appena 700 vittime complessive in un anno su 2 milioni di abitanti) e con il più basso tasso di ospedalizzazione. Oggi in Calabria ci sono soltanto 234 pazienti ricoverati in ospedale, di cui 211 in area medica (il 23% dei posti letto disponibili) e soltanto 23 in terapia intensiva (appena il 15% dei posti letto disponibili). L’indice Rt della Calabria è sceso a 0.81 rispetto all’1.01 della settimana precedente, e l’incidenza dei nuovi casi è di appena 69 ogni 100 mila abitanti.
La Sicilia lunedì inizierà la 4ª settimana consecutiva in “zona gialla”: anche qui la situazione epidemiologica è estremamente contenuta, l’indice Rt è fermo addirittura a 0.79 e gli ospedali continuano a svuotarsi. I ricoverati sono ancora 790, di cui 120 in terapia intensiva, ma in Sicilia vivono 5 milioni di persone e sono numeri eccezionalmente contenuti se considerati in rapporto alla popolazione.
La Regione con la situazione più critica è l’Emilia Romagna: ha un’incidenza di 401 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, seguita dalla Provincia autonoma di Trento (356 casi ogni 100 mila abitanti) e dalle Marche (327 nuovi casi ogni 100 mila abitanti).
Questa terza ondata della pandemia sta seguendo un andamento epidemiologico molto simile alla prima ondata, quella di marzo 2020, esattamente un anno fa quando il contagio era concentrato nelle Regioni del Nord e in quelle più settentrionali del Centro, anche in quel caso particolarmente colpite le Marche, mentre al Sud il virus non circolava o circolava molto poco tra Campania, Puglia e Basilicata, di fatto “miracolando” l’estremo Sud (Calabria) e le isole maggiori. E’ evidente che questo scenario è dettato dalle condizioni meteorologiche e climatiche, e che l’adozione di misure mirate per aree sono quantomai fondamentali per evitare lockdown indiscriminati che, come erroneamente già accaduto un anno fa, vadano a devastare la società senza alcun motivo sanitario laddove la pandemia non sta determinando alcuna emergenza.
Ecco perchè Calabria e Sicilia vanno verso la “zona bianca“: se riusciranno a mantenere questo trend anche nei prossimi giorni, già nel corso del mese di marzo seguiranno la Sardegna e potranno ripartire prima di Pasqua e del resto del Paese, soprattutto in confronto al Centro/Nord dove difficilmente, almeno fino a metà aprile, la situazione epidemiologica si alleggerirà.