In merito ai terremoti che si stanno verificando sull’Etna, con epicentro a Milo, abbiamo sentito il vulcanologo Boris Behcnke. L’esperto dell’Osservatorio Etneo dell’INGV ha puntualizzato, innanzitutto, che non si tratta ancora di sciame sismico: “Non è stato ancora dichiarato sciame sismico. Per quello, ci vuole un certo numero di terremoti in un certo periodo di tempo in un’area determinata e al momento ci sono troppe poche scosse perché venga classificato come sciame. Ci sono alcuni piccoli terremoti che fanno parte della normale dinamica dell’Etna”.
Per quanto riguarda un possibile collegamento con l’attività del vulcano, che oggi ha generato il 15° parossismo in un mese, Behncke spiega che è difficile dirlo: “Di solito, l’attività ai crateri sommitali dell’Etna non ha alcun rapporto con i terremoti. Però c’è da dire questo: l’Etna si sta sgonfiando, si sta rilassando, si sta svuotando. Quindi il contrario di quello che ha fatto prima di questi parossismi, quando si stava caricando, si stava pressurizzando, e c’era molta attività sismica perché i fianchi della montagna si stavano muovendo, si stavano gonfiando. Ora si stanno sgonfiando e anche questo magari potrebbe stimolare le faglie che ci sono sui fianchi dell’Etna. Quindi, un collegamento non è impossibile, però non è una cosa scientificamente provata”.
“L’attività sismica ai fianchi dell’Etna c’è sempre”, ha aggiunto Behncke che, sulla possibilità che questo tipo di scosse continui, ha concluso: “Essendo un vulcano attivo, bisogna sempre aspettarsi che faccia quello che ha fatto in passato. Non è detto che continueranno questi terremoti, ma potrebbero anche farlo. È impossibile prevederlo. In ogni caso, si tratta di terremoti piccoli, che non hanno grande importanza. Ci fanno solo capire che questa terra rimane viva e dinamica”.