Quasi tutt’Italia si appresta a passare in zona arancione già da Martedì 13 Aprile: le uniche Regioni a rimanere in rosso dovrebbero essere Puglia e Valle d’Aosta, tutte le altre dovrebbero essere arancioni in base alle ordinanze che il Ministro Speranza firmerà domani, dopo il consueto monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità. A determinare la scelta sono fondamentalmente i numeri, che negli ultimi giorni sono sensibilmente migliorati. In modo particolare il bollettino di ieri ha fornito indicazioni eccezionalmente confortanti con appena 13 mila casi su 340 mila tamponi: il tasso di positività è crollato al 4%, non era così basso dallo scorso mese di settembre, sette mesi fa. L’incidenza dei nuovi casi settimanali ogni 100 mila abitanti è scesa ormai quasi ovunque sotto la fatidica soglia dei 250 (ad eccezione di Valle d’Aosta e Puglia, appunto); anche l’indice Rt è in netto calo sotto quota 0.90, il tasso di occupazione dei posti letto è sensibilmente diminuito.
Ma a pesare sulla scelta di anticipare il ritorno in arancione ci sono anche le feroci proteste dei cittadini che Martedì, subito dopo Pasquetta, hanno assaltato Montecitorio. Qualcuno ha provato a strumentalizzare la disperazione degli italiani ma il premier Mario Draghi sa bene quanto sia esplosiva la situazione sociale e non vuole tirare la corda. Il passaggio di quasi tutte le Regioni in arancione potrebbe quindi essere un primo passo per allentare la pressione almeno di una parte delle categorie più colpite dalla crisi: in arancione, infatti, riaprono tutti i negozi, i parrucchieri e gli estetisti, e non c’è nessun limite agli spostamenti all’interno del proprio comune. Rimangono però chiuse le palestre, cinema, teatri musei e resta vietato il servizio al tavolo per tutti i locali della ristorazione.
Coronavirus, la Lega chiede di ripristinare subito le “zone gialle”: oggi ci sarebbero Molise, Basilicata e Umbria
Ripristinare, da subito, la corrispondenza tra regole di contenimento e zone bianca, gialla, arancione e rossa. Lo prevede un emendamento Lega presentato alle commissioni Lavoro e Affari sociali alla Camera al dl Covid. Si tratta del provvedimento approvato le settimane scorse dal Cdm con misure urgenti per fronteggiare la diffusione del Covid-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena. L’emendamento punta a modificare la norma del decreto che stabilisce lo stop alla zona gialla in Italia fino al 30 aprile. Il provvedimento, al momento, stabilisce che, dal 7 aprile al 30 aprile, nelle Regioni in zona gialla “si applicano le misure stabilite per la zona arancione”. La proposta di modifica, invece, ha come obiettivo quello di stabilire che le misure stabilite per la zona rossa non possono essere stabilite sulla base del solo parametro relativo all’incidenza cumulativa settimanale dei contagi. In caso di ripristino della zona gialla già nelle prossime settimane, molte Regioni potrebbero vedere riaprire i musei, i locali della ristorazione con il servizio al tavolo a pranzo e nessuna limitazione per la mobilità all’interno del territorio Regionale. Con i dati di oggi passerebbero in zona gialla Molise, Basilicata e Umbria.