Andrea Crisanti sgancia la bomba. Una profezia shock a due giorni dalle riaperture “ponderate” del governo Draghi che da Lunedì 26 Aprile consentirà la ripresa di alcune attività all’aperto e un lento ritorno verso una tanto agognata libertà che, tuttavia, mancherà ancora a lungo. 47 milioni di italiani lunedì torneranno in “zona gialla”, ma il Governo ha previsto un piano che riapre solo gradualmente e in modo intelligente, consentendo la ripresa delle attività – per ora – soltanto all’aria aperta. Eppure, per Crisanti, è troppo. L’attenzione non basta, dovremmo rimanere in lockdown eterno.
E il direttore di Microbiologia e virologia dell’università di Padova lancia una profezia clamorosa: “aumenteranno i morti, possono arrivare anche a 500- 600 al giorno. Le zone gialle certamente torneranno arancioni o rosse, basta guardare la Sardegna che da bianca è diventata rossa“. Ma abbiamo già dimostrato con dati scientifici che il passaggio da bianca a rossa della Sardegna è stato solo virtuale, una scelta della politica mentre in realtà nell’isola non è successo nulla di grave e soprattutto l’andamento epidemiologico non è dipeso dalle libertà di marzo, perchè le altre Regioni del Sud e delle isole (Sicilia, Calabria) hanno seguito lo stesso identico trend senza che siano mai state in zona bianca.
Coronavirus, l’analisi dei dati della Sardegna: scagionata la “zona bianca”, le riaperture non hanno provocato alcun aumento di casi
Crisanti, poi, scivola in alcune clamorose gaffe meteo-climatiche e geografiche: “E non facciamoci illusioni sull’aiuto del clima: il Brasile ha una temperatura media di 26 gradi e l’anno scorso Israele è andato in lockdown a metà agosto, quindi…“. Come può un virologo parlare in questo modo di climatologia è difficile da capire; come si può declinare una “temperatura media” per un Paese enorme e vasto come il Brasile, e come si può confondere gli elementi ambientali determinanti per il contagio (soleggiamento, precipitazioni, tasso di umidità) con le temperature, è roba da far accapponare la pelle. Fatto sta che in India il contagio segue da due anni la stagione dei monsoni, in Europa da due anni crolla in estate e aumenta d’inverno, in SudAmerica idem. Ma per Crisanti non dovremmo farci caso e ci ritroveremo a maggio ad avere un aumento dei casi solo per qualche zona gialla e i tavolini dei ristoranti aperti all’aperto.
A proposito. “Da lunedì non andrò al ristorante, perché sono convinto che è sbagliato, voglio dare il buon esempio” ha detto il virologo. Ma tanti suoi colleghi molto più titolati, come il direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, hanno ribadito in più occasioni che “Il contagio all’aperto è nullo o insignificante”. E da lunedì 26 riaprono solo i ristoranti che hanno tavoli all’aperto. Ecco perchè il numero di morti e di contagi continuerà a diminuire. Con buona pace dei soliti profeti di terrore e sventure.