Il drone–elicottero Ingenuity della NASA ha fatto la storia su Marte: è stato eseguito con successo il primo test destinato a dimostrare per la prima volta la possibilità del volo controllato su un pianeta diverso dalla Terra.
I team della missione hanno appena ricevuto i primi dati, che hanno confermato decollo, hovering e atterraggio, tutti eseguiti in modo perfetto, come da programma.
I dati “confermano che Ingenuity ha fatto il primo volo di un velivolo motorizzato su un altro pianeta“, ha affermato Havard Grip, ingegnere del Jet Propulsion Laboratory della NASA, tra gli applausi nella sala di controllo. “Ora possiamo dire che gli umani hanno pilotato un velivolo motorizzato su un altro pianeta!” ha aggiunto MiMi Aung, project manager dell’elicottero.
“Prende il volo un sogno“: la NASA ha esultato così al volo di Mars Helicopter. “E’ volato nella sottile atmosfera del Pianeta Rosso“. “Nei prossimi giorni“, ha reso noto l’Agenzia, “sono previsti altri voli. E in futuro i mezzi di esplorazione robotici volanti potrebbero unirsi a nuovi rover e persino agli astronauti nelle loro esplorazioni“.
Dopo avere rimandato le operazioni la scorsa settimana, nelle scorse ore gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory hanno inviato i comandi per il volo al drone-elicottero, che sono stati eseguiti alle 09:30 italiane di oggi: da quel momento sono state necessarie circa 3 ore prima di avere la conferma del test. Il segnale è stato trasmesso da Ingenuity al rover Perseverance – che il 3 aprile scorso aveva rilasciato il drone sulla superficie marziana, dopo averlo portato nella sua “pancia” nel lungo viaggio dalla Terra – e poi dal rover il segnale è stato inviato alla sonda MRO della missione Mars 2020 che si trova nell’orbita marziana, infine questo lo ha trasmesso sulla Terra.
Il volo di Ingenuity, che è avvenuto in modo completamente automatico, è durato circa 40 secondi e si è sollevato per circa 3 metri, per atterrare sulle sue “zampe”. Ora il veicolo si metterà a riposo e ricaricherà le batterie.
Le immagini del volo sono state catturate sia dalle telecamere a bordo di Ingenuity sia da quelle del rover. Le prime riprese dal drone sono in bianco e nero (immagine in alto), soltanto quando il veicolo avrà ricaricato le batterie potrà trasmettere anche le immagini a colori.
Il piccolo elicottero, le cui pale effettuano 2500 rotazioni al minuto (quelle di un elicottero medio sulla Terra ruotano a una velocità di 400-500 rotazioni al minuto), apre la strada per future esplorazioni del Pianeta Rosso in un’ottica nuova.
Ora la NASA ha a disposizione dati inediti sulle tecnologie necessarie al volo marziano che forniranno la base per nuovi tentativi ancora più sofisticati e potranno essere utilizzati per l’invio di altri robot o di esseri umani su Marte.
Ingenuity, un drone-elicottero da 85 milioni di dollari
L’elicottero da 85 milioni di dollari è arrivato su Marte a bordo del rover Perseverance il 18 febbraio, quando quest’ultimo è atterrato nel Cratere Jezero. Ingenuity è una dimostrazione tecnologica, che ha lo scopo di testare i droni volanti su altri mondi. E’ un piccolo dispositivo, alto 48 cm, del peso di 1,8 kg, trasporta una fotocamera per scattare foto aeree ed è alimentato da un singolo pannello solare, posizionato in cima alle pale del rotore.
Ingenuity è decollato da una zona pianeggiante, il suo “aeroporto marziano”, e il rover Perseverance, nel frattempo, ha osservato il volo da una distanza di sicurezza di circa 60 metri.
Si prevede che nei prossimi giorni Ingenuity effettui una serie di voli di prova sempre più alti e più lunghi in un periodo di 30 sol (giorno marziano) prima di terminare la sua missione.
Il rover Perseverance monitorerà i progressi dell’elicottero per poi procedere alla ricerca di segni di vita passata su Marte e raccogliere campioni per il recupero futuro.
La sfida di Ingenuity
L’atmosfera di Marte presenta una densità dell’1% rispetto a quella della Terra, quindi l’elicottero deve fornire più portanza rispetto a quanta sarebbe necessaria per volare sulla Terra. Il drone deve anche volare in modo autonomo, deve continuare a ricaricarsi grazie al Sole e sopravvivere a temperature superficiali notturne di -90°C. Ci sono voluti anni di test, voli di vario successo e un lungo viaggio su Marte per arrivare a questo punto.