Revocati gli arresti domiciliari per Letizia Di Liberti, dirigente della Regione siciliana, Salvatore Cusimano, funzionario dell’assessorato regionale alla Salute, e Emilio Madonia, dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati, indagati nell’ambito di un’inchiesta sui dati falsi sull’andamento della pandemia comunicati all’Istituto Superiore di Sanità. La decisione è stata presa dal gip di Palermo, chiamato a decidere sulla rinnovazione della misura cautelare dopo il trasferimento dell’indagine da Trapani al capoluogo. A Di Liberti e Cusimano è stata imposta la sospensione dal servizio.
L’assessore alla Salute, Ruggero Razza, sotto inchiesta per falso, si era anche dimesso, travolto dalle polemiche.
La Procura di Trapani (che poi ha trasmesso le carte a Palermo, per incompetenza territoriale) aveva ipotizzato 36 capi di imputazione provvisoria, adesso ridotti a 7 dagli inquirenti del pool coordinato dal procuratore aggiunto del capoluogo siciliano, Sergio Demontis. Gli indizi di alcune accuse rimangono, ma gli stessi pm di Palermo avevano ritenuto che non sussistessero molti dei falsi negli atti pubblici contestati dai loro colleghi di Trapani. In particolare i bollettini giornalieri, secondo le indagini svolte dai carabinieri del Nas di Palermo, avevano dimostrato avere una funzione di tipo solo divulgativo.
“La Procura di Palermo ha recepito solo in parte l’ipotesi accusatoria della Procura di Trapani e, anche alla luce, degli ulteriori accertamenti effettuati, ha formulato solo 7 dei 36 precedenti capi d’imputazione, stralciando i capi 1 e 10 e tutti quelli riguardanti la falsificazione dei bollettini giornalieri. Il quadro accusatorio è fortemente ridimensionato,” ha spiegato l’avvocato Paolo Starvaggi, legale, insieme a Fabrizio Biondo, della dirigente regionale Maria Grazia Di Liberti indagata nell’inchiesta sui dati falsi sul Covid comunicati all’Istituto di Sanità dalla Sicilia. “In buona sostanza è rimasta in piedi l’accusa per concorso in falsità ideologica e falsità materiale. I pubblici ministeri, nella richiesta al gip, della sola misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici, per Di Liberti, Madonia e Cusimano, hanno chiarito che ‘rispetto alle contestazioni avanzate davanti al Giudice di Trapani questo ufficio non contesta, allo stato, la falsificazione indotta dei bollettini giornalieri che le indagini fino a questo momento svolte hanno dimostrato avere una funzione di tipo solo divulgativo, non potendo pertanto essere considerati atti pubblici’“.