Vaccino AstraZeneca: perché “l’Italia non lo bloccherà”

Nonostante ci siano stati casi di trombosi anche in Italia, "non fermeremo AstraZeneca come ha fatto l'Olanda. Bisogna andare avanti con la vaccinazione"
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E’ stato deciso nella giornata di ieri il blocco della somministrazione del vaccino di AstraZeneca da parte dei Paesi Bassi, ma, il secondo il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, in Italia “non dobbiamo preoccuparci. Hanno notato dei casi di trombosi, ma si tratta di numeri esigui rispetto alle dosi inoculate. Peraltro, va accertata la reale correlazione causa-effetto. Prendiamo decisioni politiche sulla base di evidenze scientifiche,” ha affermato in un’intervista alla Stampa.
Nonostante ci siano stati casi di trombosi anche in Italia, “non fermeremo AstraZeneca come ha fatto l’Olanda. Bisogna andare avanti con la vaccinazione. È presto per dire che a Genova (dove un’insegnante 32enne è ricoverata dopo aver ricevuto il vaccino, ndr) ci sia un nesso causa-effetto. Dobbiamo affidarci alla farmacovigilanza per avere una base scientifica. Si tratta di una donna giovane e questa complicanza della trombosi, nei rari casi in cui si è manifestata, è stata notata soprattutto nel genere femminile e in una fascia d’età bassa“. Su un eventuale intervento dell’EMA, Sileri ha spiegato: “L’EMA credo dovrà pronunciarsi nuovamente per introdurre un limite di età, non per bloccare o sospendere la somministrazione. Individuata la fascia d’età di cui parlavamo prima, con un rischio maggiore di trombosi, si mette un limite per la somministrazione o un’avvertenza che preveda un monitoraggio di chi viene vaccinato. È una complicanza che una volta riconosciuta in tempo è facilmente trattabile“.
Nonostante la campagna di vaccinazione, i numeri continuano a essere alti, “perché siamo esattamente al picco della terza ondata e a fine aprile vedremo i primi effetti delle vaccinazioni. I reparti degli ospedali torneranno ad avere ossigeno. In alcune aree del Paese i numeri già iniziano a scendere. A fine aprile arriveremo a 500mila dosi al giorno, sarà la curva decisiva,” ha precisato il sottosegretario.
Sui ‘furbetti’ del vaccino, Sileri ha sottolineato: “Stiamo parlando di casi da condannare e di persone disgustose. È successo soprattutto all’inizio; gli episodi sono andati scomparendo, anche grazie alla centralizzazione delle prenotazioni da parte delle Regioni. Quando uscirono i primi casi, dissi che non era solo il paziente da punire, ma anche l’operatore sanitario che ha fatto il vaccino. So che ci sono numerose procure che si sono attivate ed è un bene che facciano luce. Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso“.
Su un eventuale “effetto Pasqua” sui contagi, Sileri si è detto “abbastanza tranquillo. Bisognerà evitare le grigliate, ma rispetto ai giorni di Natale affrontiamo una situazione diversa e infatti anche le misure sono differenti. Da una parte c’era lo shopping, le cene e i pranzi in casa, poi il capodanno, Befana. A Pasqua, nel peggiore dei casi, gli incontri familiari sono limitati a due giorni e non spalmati su 14. Sono anche aumentati i controlli“.
Infine, in riferimento a chi parla di “sequestro di persona”, Sileri ha affermato: “Non c’è nessun sequestro di persona. Le riaperture non possono esserci adesso, in tutta Italia, perché i numeri non lo consentono. L’indice del potenziale della trasmissibilità del virus, l’ormai famoso R0, deve abbassarsi ancora in modo importante“.

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