Coronavirus, un mese dopo le riaperture sono crollati morti, ricoveri e contagi. I dati

Coronavirus, scuole tutte aperte senza alcuna limitazione da ormai quasi due mesi. E da oltre un mese hanno riaperto i ristoranti, sono state allentate molte restrizioni e la situazione epidemiologica migliora sempre più rapidamente. Proprio come un anno fa, grazie alle condizioni meteo-climatiche
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E’ passato più di un mese dalle riaperture del 26 aprile, e le profezie di sventure dei vari Galli, Crisanti e pseudo virologi protagonisti di allarmismi televisivi da oltre un anno, sono state per l’ennesima volta smentite. Le zone gialle non sono tornate arancioni o rosse, non siamo tornati a 500-600 morti al giorno, la curve epidemiologica non ha cambiato direzione. E’ l’ennesima conferma che l’andamento della pandemia è dettato dalle condizioni climatiche e segue la stagionalità, a prescindere da ogni tipo di misura adottata con l’intento di contrastarne l’avanzata. Più ore di luce solare, meno piogge e umidità, evitano la diffusione del virus, che al contrario si propaga più facilmente nei mesi umidi, piovosi e con poche ore di sole.

La situazione, infatti, tra aprile e maggio è migliorata tanto quest’anno come lo scorso anno, a prescindere dalle ben differenti misure adottate. E soprattutto, dopo il 26 aprile, e cioè dopo le tanto contestate riaperture decise dal Governo, la situazione è migliorata ancor più velocemente rispetto a prima. Sono crollati i morti, sono crollati i ricoveri in tutti i reparti, ormai prossimi ad essere vuoti; sono crollati persino i contagi, esattamente con la stessa tempistica di un anno fa. Il tutto mentre hanno riaperto i ristoranti, è ripresa la mobilità tra Regioni, si è tornati a giocare a calcetto, a frequentare gli stadi e soprattutto, ormai da quasi due mesi, le scuole sono aperte per tutti (superiori comprese) senza alcuna limitazione, con tutta la mobilità che ne comporta. Eppure non c’è stato alcun aumento dei contagi, nè nelle scuole nè al di fuori delle stesse, smentendo per l’ennesima volta come siano le scuole o le attività scolastiche la causa dell’aumento della curva epidemiologica.

A corredo dell’articolo i grafici realizzati dal dott. Luca Fusaro.

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