Gianni Rivera, grandissimo campione di calcio e primo Pallone d’Oro italiano nel 1969, bandiera del Milan e della Nazionale, nei giorni scorsi ha partecipato ad una trasmissione di “Porta a Porta” condotta da Bruno Vespa su Rai 1 dove ha espresso tutte le sue perplessità sui vaccini anti-Covid e sulla gestione della pandemia da parte del governo.
Rivera, che ha 77 anni e conserva una straordinaria lucidità, in carriera ha anche rivestito importanti ruoli politici: eletto in parlamento nella Democrazia Cristiana, è stato Sottosegretario alla Difesa tra 1996 e 1999 con i governi Prodi, D’Alema e Amato.
Dopo la trasmissione televisiva, ha rilasciato ulteriori dichiarazioni sul Coronavirus: “Ho sentito molti virologi di quelli mai invitati in tv, dirsi contrari a questi vaccini perchè non sufficientemente testati. I virologi ufficiali dicono che vanno bene, ma a me risulta che non siano stati adeguatamente verificati prima di essere diffusi… Sono una persona normale che si è fatta le proprie idee. Dopo le mie dichiarazioni a ‘Porta a Porta’ ho ricevuto molti messaggi di persone che la pensano come me. Tra queste ci sono anche esperti che hanno posizioni diverse rispetto alla ufficialità. Il fatto che non siano state fatte verifiche sufficienti su queste sostanze è risaputo. Non si può dire, ma questo è un altro discorso…”
“Se mi dicono che questi farmaci non sono sperimentati – prosegue Rivera – preferisco aspettare che lo siano. Anche Mario Draghi il 28 maggio ha detto che le varianti possono rendere inutili gli effetti dei vaccini. Poi forse si è pentito e non lo ha più ripetuto. Qualcuno gli avrà consigliato di non farlo perchè potrebbe saltare per aria tutto. Ma se saltano le cose sbagliate, meglio! Molti morti stavano già male prima e sono deceduti per altre patologie. L’anno prima del Covid ci sono stati più morti a causa della influenza. E poi esistono cure domiciliari che funzionano. Perchè non farle e riempire gli ospedali? Noi conosciamo persone intubate a Milano dopo la seconda iniezione. Lo sappiamo per voce diretta, ma di questi casi nessuno parla o scrive…”
“In tv vorrei vedere Luc Montagnier, che ha preso un Nobel per la medicina. Magari glielo hanno dato per sbaglio… O Stefano Montanari. Ma non li invitano, forse perchè dissentono dalla versione ufficiale. Io preferisco non correre un rischio finchè non ci sarà stata una sperimentazione più ampia. Se poi funzionano, meglio… ad oggi il sospetto è che chi si sta vaccinando sia una cavia… Io dico la mia se qualcosa non mi convince. Ad esempio negli stadi: come entrano 20mila persone controllate, ne possono entrare anche 80mila, sempre controllate. Se si riesce a fare il tampone a tutti perchè non farli entrare? E non c’è da stare distanziati se non abbiamo niente… a volte ho l’impressione che certe precauzioni siano esagerate…” ha detto ancora Rivera che non ha fatto mancare una stoccata a Burioni: “Non so nemmeno chi è. Io mi ricordo Buriani, che giocava con me… Si vede che è diventato popolare e ne ha approfittato. Non invitano quelli che la pensano come me. Nemmeno mia moglie si vaccina, la pensa come me. Ognuno alla fine si fa le proprie idee e le porta avanti“, ha concluso.