Da studi dei CDC negli USA e del Ministero della Sanità in Israele, sono emersi dei casi di miocardite tra i giovani vaccinati contro SARS-CoV-2 con il siero sviluppato da Pfizer-BioNTech. In particolare, i dati di Tel Aviv indicano che 275 giovani israeliani hanno sviluppato miocarditi.
Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, ha commentato così la notizia: “Ancora non ci sono delle valutazioni definitive. E’ stata segnalata molto recentemente questa comparsa di miocardite, soprattutto in persone al di sotto dei 20 anni (16-20 anni). In genere si tratta di miocarditi apparentemente lievi, che si risolvono nel giro di alcune settimane. Quando si va a fare il monitoraggio dei vaccini, scopriamo che c’è un’incidenza di base di queste malattie che non viene valutata e conosciuta. Si sta cercando di valutare l’eccesso di miocardite in quella fascia d’età, soprattutto nei ragazzi di sesso maschile“.
“Al momento non ci sono dati definitivi – aggiunge – Qualcuno sostiene che poiché i giovani in genere superano molto brillantemente la malattia, forse non vale la pena vaccinarli, ma se non si vaccinano continuano a trasmettere l’infezione, anche a persone particolarmente fragile”. Quindi, “prima di esprimere un giudizio definitivo su questo, attendiamo dei dati più completi su questa reazione avversa, anche sulla gravità che sembra non esserci”, conclude Rezza.