Covid-19, la situazione in Italia: sempre più vicino l’obiettivo dell’80% di vaccinati, tutti i DATI del monitoraggio settimanale

Il monitoraggio settimanale (18-24 agosto) dell’epidemia da Covid-19 in Italia: dati e grafici
MeteoWeb

Il 68,7% della popolazione vaccinabile ha completato il ciclo ed il 78,2% ha ricevuto almeno una dose di vaccino“, rendendo sempre più vicino l’obiettivo dell’80% fissato dal piano del governo: è quanto rileva il dott. Luca Fusaro, che ha elaborato il monitoraggio settimanale (18-24 agosto) dell’epidemia da Covid-19 in Italia. I dati sono aggiornati al 24 agosto ore 17 (dati monitoraggio epidemia) e al 25 agosto ore 06:12 (dati vaccini).

Di seguito e in dettaglio i grafici e l’analisi a cura del dott. Fusaro.

Il monitoraggio, nella settimana 18-24 agosto, “rileva un ulteriore aumento dei nuovi casi (+4,3%) e degli indicatori ospedalieri: +16,2% di pazienti ricoverati in area medica, +19,1% nelle terapie intensive. L’occupazione dei posti letto è del 7,1% in area medica e del 5,7% in terapia intensiva. Continuano a salire anche i decessi (+45,6%). Vaccini: l’83,3% degli over 50 ha completato il ciclo vaccinale (n. 22.750.580) e l’87,3% ha ricevuto almeno una dose (n. 23.832.936).

Il trend dei nuovi casi è in crescita per la 7ᵃ settimana consecutiva: 45.251 i contagi segnalati (+4,3%)“.

Aumentano gli attualmente positivi da 129.116 a 135.325 (+4,8%). Dal picco del 28 marzo si è passati da 573.235 a 135.325 (-76,4%).

Il 96,6% dei casi attivi è in isolamento domiciliare (n. 130.785), il 3% ricoverato con sintomi (n. 4.036), lo 0,4% in terapia intensiva (n. 504).

Sale il numero degli ospedalizzati da 3.895 a 4.540 (+16,6%). Dal picco del 6 aprile si è passati da 33.080 a 4.540 (-86,3%), in dettaglio i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 4.036 (-86,2%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 504 (-86,5%). L’88,9% degli ospedalizzati è ricoverato in area non critica, l’11,1% in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare, dal picco del 28 marzo, sono calate da 540.855 a 130.785 (-75,8%).

Il numero di decessi settimanali cresce per la 5ᵃ settimana consecutiva e si attesta a 345 (+45,6%), in media circa 49 al giorno“.

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, “si registrano le seguenti variazioni:

  • nuovi casi settimanali: da 43.365 a 251 (+4,3%);
  • casi attualmente positivi: da 129.116 a 135.325 (+4,8%);
  • ospedalizzati: da 3.895 a 4.540 (+16,6%);
  • persone in isolamento domiciliare: da 125.221 a 130.785 (+4,4%);
  • decessi: da 237 a 345 (+45,6%);
  • ricoveri in terapia intensiva: da 423 a 504 (+19,1%);
  • pazienti ricoverati con sintomi: da 3.472 a 4.036 (+16,2%).

L’andamento più lento della salita dei contagi si evince da un lato dal rapporto positivi/persone testate, che dopo l’impennata dall’1,8% al 9,1% in 4 settimane, negli ultimi 7 giorni ha segnato una crescita dello 0,1%, e dall’altro lato dalla media mobile dei nuovi casi che si sta progressivamente appiattendo (plateau)“.

Sul fronte ospedaliero “si conferma un incremento percentuale dei ricoveri: +16,2% in area medica e +19,1% in terapia intensiva. In termini assoluti, il numero di posti letto occupati da parte di pazienti COVID in area medica è passato dal minimo di 1.088 del 16 luglio ai 4.036 del 24 agosto e quello delle terapie intensive dal minimo di 151 del 14 luglio ai 504 del 24 agosto. Il numero di ospedalizzati è passato dal minimo di 1.242 del 15 luglio a 4.540 del 24 agosto“.

Incidenza settimanale per 100.000 abitanti e occupazione posti letto COVID

L’incidenza settimanale per 100.000 abitanti “sale da 73 a 76“.

I posti letto occupati in area medica “sono il 7,1% (4.036 su 56.474), in terapia intensiva il 5,7% (504 su 8.878)“.

Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio, Toscana, Marche, Sardegna, Umbria, Molise, Valle d’Aosta sono le regioni che hanno evidenziato una riduzione dell’incidenza insieme alla Provincia Autonoma di Trento. Sono 5 le regioni sotto il limite di 50 casi settimanali ogni 100.000 abitanti: Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia e Valle d’Aosta.

La Sicilia ha aumentato i posti letto in terapia intensiva da 762 a 934. Le regioni che superano la soglia del 15% in area medica sono la Calabria col 15,2% e la Sicilia col 19,4%; quelle che superano la soglia del 10% in terapia intensiva sono la Sardegna con il 10,8% e la Sicilia con il 10,9%. In base a questi dati la Sicilia diventerebbe gialla e rischierebbe anche la Sardegna. Al momento la Calabria, invece, viene salvata dall’occupazione dei posti letto in terapia intensiva pari al 5,9%.

Col decreto-legge 23 luglio 2021 n. 105 pubblicato in GU n. 175 del 23-7-2021 cambiano i parametri. Si resta in zona bianca se si registrano meno di 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. In caso di contagi settimanali tra 50 e 150 ogni 100mila abitanti per restare in zona bianca è necessario che il tasso di occupazione delle terapie intensive non superi il 10% o che il tasso di occupazione dei reparti ospedalieri non superi il 15%. Se i due parametri sono entrambi superati si passa in fascia gialla. Scatta la zona gialla anche se i casi settimanali superano i 150 settimanali ogni 100mila abitanti ma il tasso di occupazione delle rianimazioni non supera il 20% oppure quello dei reparti ordinari non supera il 30%. Scatta l’arancione se entrambi i parametri sono superati. La zona rossa è attivata nei territori dove l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 casi ogni 100mila e si verificano entrambe queste condizioni: il tasso di occupazione dei posti letto in area medica supera il 40% e quello in terapia intensiva supera il 30%“.

Testing

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, “si registrano le seguenti variazioni:

  • numero di persone testate per settimana: da 337.562 a 567 (+3,9%);
  • tamponi settimanali: da 1.399.464 a 451.954 (+3.8%).

Dal 1° agosto la Regione Lazio precisa che, a causa della sospensione dei sistemi informatici a seguito di un attacco hacker al CED regionale, vengono aggiornati solo i dati relativi ai nuovi positivi, ai decessi ed alle ospedalizzazioni. Il dato nazionale dei tamponi e dei casi testati è di conseguenza sottostimato, mentre il tasso di positività risulta sovrastimato“.

Tasso di positività

Il tasso di positività, ricorda il dott. Fusaro, “è un indicatore della diffusione di una epidemia. Viene definito come il rapporto tra il numero di positivi rispetto ai tamponi effettuati. Un’altra possibile definizione considera i “casi testati” al posto dei tamponi. La ragione di questa definizione alternativa è dovuta al fatto che il numero di tamponi include anche quelli di controllo effettuati per accertare la guarigione di un soggetto positivo. Vediamo l’andamento di entrambi nelle ultime due settimane“.

In Italia “il tasso di positività calcolato sui tamponi rimane stabile al 3,1%, quello calcolato sui casi testati aumenta dal 12,8% al 12,9%“.

L’aumento dei casi, “da 43.365 a 45.251 (+4,3%), è dovuto all’aumento dell’attività di testing (+3,9% persone testate +3,8% tamponi), infatti il tasso di positività calcolato sui tamponi rimane stabile al 3,1%. Gli ospedalizzati aumentano del 16,6%, i ricoverati con sintomi del 16,2% e i pazienti in terapia intensiva del 19,1%. L’occupazione dei posti letto è del 7,1% in area medica e del 5,7% in terapia intensiva. Il numero di decessi settimanali cresce per la 5ᵃ settimana consecutiva (+45,6%). In Italia risultano 4.540 ospedalizzati positivi al SARS-CoV-2 su 59.257.566 abitanti (pop. residente al 1° gennaio 2021 – Fonte Istat) ossia 1 su 13.052. Dei 135.325 casi attivi il 96,6% (n. 130.785), è in isolamento domiciliare“.

Vaccini

Il dott. Fusaro premette una “nota metodologica: nel calcolo delle percentuali dei vaccinati utilizzo come dato non l’intera popolazione italiana ma la platea interessata ossia i soggetti ≥ 12 anni che secondo i dati provvisori dell’Istat sulla popolazione residente al 1° gennaio 2021 è pari a 53.385.343“.

Al 25 agosto “(aggiornamento ore 06:12), il 9,5% della popolazione over 12 è in attesa della 2ᵃ dose (n. 5.080.633), il 68,7% ha completato il ciclo vaccinale (n. 36.686.910), il 21,8% non ha ricevuto alcuna dose (n. 11.617.800), il 78,2% ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 41.767.543).

Gli over 80 che hanno completato il ciclo vaccinale sono il 93,5% (4.172.652 su 4.463.055).

Gli over 50 che hanno completato il ciclo vaccinale sono 22.750.580 su 27.305.138 (83,3%), 23.832.936 hanno ricevuto almeno una dose (87,3%), 1.082.356 sono in attesa della 2ᵃ dose (4%), 3.472.202 non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (12,7%).

Vediamo in dettaglio la percentuale di vaccinati per fasce di età“.

Gli over 50 che hanno completato il ciclo vaccinale sono così suddivisi: 96,2% degli over 90 (n. 773.952), 92,9% della fascia 80-89 (n. 3.398.700), 88,5% della fascia 70-79 (n. 5.267.981), 83,4% della fascia 60-69 anni (n. 6.196.591), 75,2% della fascia 50-59 (n. 7.113.356),” conclude il dott. Fusaro.

Condividi