Covid, disperato tentativo di Israele di evitare lockdown e ‘strage economica’: più denaro al sistema sanitario e terza dose di vaccino

"Stiamo facendo di tutto per riuscire in questa ondata senza restrizioni che porterebbe ad una distruzione di massa all'economia di Israele". Il primo ministro annuncia un 'booster' al sistema sanitario
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“Mi addolora per i pazienti gravi ma anche per gli imprenditori. È una campagna sanitaria ma anche una campagna per il sostentamento e la sicurezza. Ci stiamo preparando per un aumento significativo del numero di pazienti gravi e dobbiamo aumentare la capacità ospedaliera fino a quando l’epidemia non sarà inibita dai vaccini“. Così il primo ministro israeliano Naftali Bennet nel corso di una conferenza stampa. Lo scopo è quello di evitare un nuovo lockdown, aumentando i numeri di posti letto e posti in terapia intensiva. Israele stanzierà 2,5 miliardi di shekel nel sistema sanitario per combattere il COVID, ma anche “per il futuro”.

Bennet ha riferito che la variante Delta sta “spazzando il mondo” e che Israele “sta conducendo una campagna determinata per combatterla – una campagna per la salute, ma anche per l’economia. Per questo abbiamo deciso di dare un ‘booster’ al sistema sanitario. Ogni paziente serio ci ferisce – ha continuato Bennett -. Ogni famiglia che perde qualcuno a causa del coronavirus ci provoca dolore. Ma ogni imprenditore che perde il suo mondo fa male anche a noi”.

Nello specifico, i soldi verranno utilizzati per finanziare circa 770 nuovi posti letto ospedalieri, 2.000 nuove posizioni – medici, infermieri e personale paramedico – e 3.000 studenti che verranno formati in ambito sanitario. Inoltre, gli ospedali geriatrici riceveranno 1.000 nuovi posti letto e centinaia di personale in più. Infine, come si legge sul Jerusalem Post, altri 1.400 posti letto verranno aggiunti alla rete di ospedalizzazione domiciliare in collaborazione con le HMO.

Il ministro della Sanità Nitzan Horowitz ha sottolineato che queste nuove posizioni non sono temporanee ma rimarranno nel sistema per sempre. Ma parlando prima della riunione serale del gabinetto ul coronavirus, ha aggiunto che “oltre al green pass, sono necessarie anche restrizioni sui grandi raduni per prevenire l’infezione di massa”. All’incontro hanno partecipato diversi primari ospedalieri, tra cui il primo commissario per il coronavirus del paese, il prof. Roni Gamzu, che dirige il Tel Aviv Sourasky Medical Center, e il prof. Yitshak Kreiss, capo del Sheba Medical Center.

Kreis ha osservato che è allo studio anche un terzo richiamo per gli operatori sanitari, che sono stati inoculati all’inizio della campagna del paese nel dicembre 2020 e i cui anticorpi sono stati trovati in diminuzione. “Chiediamo e speriamo che domani riceveremo una risposta positiva: vaccinare gli operatori del sistema sanitario con una dose completa“, ha detto Kreiss. “Stiamo facendo di tutto per riuscire in questa ondata senza restrizioni che porterebbe ad una distruzione di massa all’economia di Israele“, ha aggiunto Bennett. “Questo booster per il sistema sanitario è una pietra miliare su questo fronte“.

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