Eruzione del vulcano Cumbre Vieja, Boris Behncke: “L’Etna potrebbe fare lo stesso ma anche noi non siamo pronti, distruggerà molte case”

L'Etna, presto o tardi, potrà 'comportarsi' come il vulcano Cumbre Vieja: un'eruzione laterale potrebbe essere distruttiva e devastante. Ma cosa si sta facendo per prevenire?
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Boris Behncke, vulcanologo dell’INGV, ha pubblicato questa sera un post sulla propria pagina Facebook, in merito alla forte eruzione del vulcano Cumbre Vieja, a La Palma. Behncke ne parla come di un’eruzione “molto spettacolare, molto bella, ma anche molto distruttiva“. “Un’eruzione di cui il vulcano ha dato ampiamente avviso, e quindi non c’era il rischio di perdere vite umane. Quel che mi stupisce, guardando le immagini che vengono da La Palma, è quanto simile questa eruzione sia ad una tipica eruzione laterale dell’Etna. Una frattura eruttiva con diverse bocche allineate “a bottoniera”, con piccole fontane di lava ed esplosioni stromboliane, colate di lava a blocchi (lava ‘a’a), che avanzano lentamente attraverso terreni mangiandosi villette come quelle che abbiamo nelle nostre “zone di villeggiatura”“, spiega l’esperto.

eruzione etna 9 agosto

Il vulcanologo accosta dunque l’eruzione a La Palma a quelle del vulcano catanese: “Sto pensando alla prossima eruzione laterale dell’Etna, o quella dopo, o quella successiva ancora; una di quelle sarà come questa qui a La Palma, sviluppandosi poco a monte delle nostre “zone di villeggiatura” e dei nostri paesi etnei. Come a La Palma, per decenni non si è sprecato un pensiero al rischio vulcanico, e ancora si sta costruendo a tappeto, riempendo quei pochi spazi di terreno che restano fra gli abitati, soprattutto sul versante sud dell’Etna. E non solo: ovviamente le nostre case devono essere di un certo standard, villette con piscine, e dentro tutta sta roba che ormai fa parte del nostro arredamento odierno, perché dobbiamo fare bella figura.
Quella povera gente che si era costruita la casa da sogno su un vulcano che storicamente ha fatto eruzioni una o due volte al secolo, su La Palma, ora se la vede consumare con la tipica lentezza agonizzante, che conosce chi ha assistito alle ultime eruzioni dell’Etna che hanno invaso aree popolate, ormai diversi decenni fa. Molti sono stati evacuati in fretta, quando il vulcano de La Palma ha mandato i suoi segnali premonitori, sempre più insistenti, e non hanno avuto modo di portarsi ciò che avevano in casa, se non proprio le cose più essenziali, i documenti personali, qualche foto, magari il computer portatile”.

eruzione etna 9 agosto

Quello di Behncke è quasi un grido di denuncia. Sappiamo a cosa si può andare incontro con l’Etna, ma sta alle istituzioni agire ora – o forse è già troppo tardi – affinché non accada il peggio. “L’eruzione de La Palma ci deve far riflettere su quanto siamo pronti noi ad affrontare una situazione simile, quanto siamo preparati, quanto siamo consapevoli di vivere su un vulcano che di queste cose ne ha fatte decine di volte negli ultimi secoli. Quanto ci siamo resi vulnerabili, nella nostra frenesia di possedere sempre più roba, di poter mostrare quanto stiamo bene (anche quando ciò richiede sforzi incredibili per riuscire a finanziare tutta questa roba). Ci siamo lamentati tanto delle ricadute di cenere e lapilli in questo anno nell’area etnea. Ma siamo coscienti che così l’Etna ci ha risparmiato l’eruzione laterale che temevamo all’inizio dell’anno? Un’eruzione che sarebbe potuta andare come quella a La Palma, ma invece l’Etna ci ha regalato un’eruzione sommitale, che a parte le ricadute – problema risolvibile se ci si organizza in maniera sistematica e permanente – non ha rappresentato alcun problema per chi vive intorno alla nostra montagna. Questa volta ci è andata magistralmente bene, ma non necessariamente sarà così anche la prossima volta”, conclude il vulcanologo tedesco.

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