Tutti conoscono, da qualche decennio oramai, il termine birdwatching, la pratica degli amanti degli uccelli che si recano tra la natura in cerca dell’osservazione diretta dei volatili. Il concetto di Biowatching estende questa pratica a tutti gli elementi della natura animale, vegetale, geologica e geomorfologica presente in ciascun habitat.
L’osservazione durante una passeggiata dal ritmo lento per osservare la natura a tutto tondo e allo stesso tempo sensibilizzarsi ed essere in grado di sollecitare la sensibilità nei confronti della tutela di tutto quello che in natura si dà per scontato.
Cos’è il Biowatching
Con il termine biowatching si intende l’osservazione della diversità biologica, in sostanza l’osservazione della natura in tutte le sue sfaccettature.
Se il birdwatching è oramai una pratica consolidata non solo per gli ornitologi ma per tutti gli amanti dei volatili, il biowatching estende la pratica a tutti gli elementi della natura.
Questa parola è nata dall’idea di Francesco Mezzatesta, medico in pensione e soprattutto appassionato naturalista, tra gli inventori della Lipu (la Lega italiana protezione uccelli) e oggi del biowatching.
Con questa espressione si intende “andare in natura” dedicandosi all’escursionismo naturalistico, non quindi una semplice camminata per giunger in qualche luogo, come impone il trekking tradizionale, ma una passeggiata all’insegna della curiosità nei confronti della biodiversità che si incontra proprio camminando.
Il biowatching è un’esperienza adatta a tutti e che consente di vivere un momento di vacanza diverso dagli altri e allo stesso tempo agire direttamente per la conservazione della natura, poiché diffonde a partire dai suoi praticanti, le buone pratiche e i comportamenti rispettosi della natura e della biodiversità dei luoghi visitati.
Come si pratica il biowatching
Si tratta di un approccio lento all’escursione che si prende il tempo per soffermarsi sulle sorprese riservate da madre natura anche per indagarle e fotografarle, ma soprattutto per imparare a riconoscerle grazie all’aiuto di guide esperte.
È dunque una forma di turismo basata sull’osservazione non tanto dei tradizionali valori paesaggistici legati ai monumenti storici, alle evidenze archeologiche e architettoniche, ma sulle dinamiche e gli elementi di prati in fiore e boschi, paludi, stagni, corsi d’acqua e laghi, litorali marini, montagne e tutti gli elementi floristici e faunistici che contraddistinguono quel determinato territorio.
Per praticare correttamente il biowatching non si deve dunque solamente guardare in alto ma osservare anche in basso e di lato, si deve provare a riconoscere i diversi habitat e le caratteristiche geologiche e morfologiche del territorio e soprattutto tutte le creature viventi che questi ambienti li popolano e che con essi si sono evoluti.
Si apre quindi, all’osservatore attento, un mondo abitato da fiori e alberi, insetti, coleotteri, farfalle, rettili, anfibi, uccelli e mammiferi, con tutto il corredo di tracce che ognuno di questi imprime al territorio e lascia al proprio passaggio.
Riconoscere la biodiversità, dunque, ponendosi non tanto in una prospettiva esclusivamente scientifica, ma affrontando questo piacere con divertimento, come un vero e proprio hobby.
In questo modo è possibile riappropriarsi del valore del patrimonio naturale e avere la possibilità, attraverso una più approfondita conoscenza, di farlo apprezzare anche a chi l’ha scarsamente preso in considerazione fino a quel momento.
Per iniziare a decodificare il linguaggio della natura, prima di andare sul campo o portare con sé un aiuto a questa nuova pratica, si può iniziare con una guida al biowatching nel Mediterraneo.
Per chi si vuole cimentare con questo tipo di escursioni, inoltre, c’è un tour operator speciale creato da un gruppo di esperti e professionisti nel campo delle tematiche ecologiche che si chiama Natour Biowatching e ha studiato itinerari tagliati su misura per consentire a tutti gli interessati di cimentarsi in questo nuovo tipo di escursioni e allo stesso tempo diventare custodi del patrimonio comune di biodiversità.