Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani è intervenuto alla Cop26, in corso a Glasgow, in occasione della giornata dedicata ai giovani, al loro impegno e al loro coinvolgimento. Oltre a presentare lo Youth4Climate Manifesto, documento che raccoglie le idee e le proposte emerse durante ‘Youth4Climate Driving Ambition’, ha reso noto che l’appuntamento con i giovani diventerà permanente.
Youth4Climate Manifesto “è davvero un documento multilaterale e multigenerazionale costruito sulle quattro aree tematiche che hanno caratterizzato l’evento” di Milano: ‘Ambizione climatica’, ‘Ripresa sostenibile’, ‘Coinvolgimento degli attori non statali’ e ‘Una società più consapevole delle sfide climatiche’, ha detto Cingolani. “Come governo italiano abbiamo deciso di stanziare un budget per rendere lo Youth4Climate permanente, ogni anno prima della Cop o altra iniziativa di alto livello legata al processo decisionale. Siamo felici di prendere questo impegno; nelle prossime settimane lavoreremo al progetto di questa iniziativa così che Youth4Climate sia numero 1,2,3…”, ha detto Cingolani.
“Youth4Climate è stata un’esperienza straordinaria per molti dei giovani coinvolti in questo processo e un’importante esperienza di apprendimento per tutti noi. Dopo l’evento milanese, il Manifesto Youth4Climate è stato sottoscritto da tutti i 400 giovani delegati e contiene idee e proposte concrete su molte sfide urgenti. L’Italia è orgogliosa di annunciare che il viaggio di Youth4Climate non finirà qui. Vogliamo trasformare questa esperienza in una piattaforma permanente e stabile per facilitare il coinvolgimento dei giovani di tutto il mondo con i rappresentanti del governo e i principali stakeholder per discutere le sfide e le soluzioni per far progredire l’azione per il clima. Dalla protesta alla proposta, insomma. Noi lo chiamiamo Youth4Climate Forever”.
Uno Youth4Climate Hub coordinerà tutti questi sforzi e fungerà anche da piattaforma per supervisionare ulteriori opportunità per tutti i giovani di sviluppare azioni concrete, come: promuovere idee e catalizzare nuove iniziative, connettere i giovani tra di loro, nonché con governi, istituzioni e parti interessate, condividere progetti e realizzazione della loro attuazione, creare un ambiente favorevole per modelli di business sostenibili, imprenditorialità e creazione di posti di lavoro verdi, migliorare le sinergie con le iniziative esistenti. “Lo Youth and Public Empowerment Day è un momento cruciale soprattutto in questa Cop. Ci offre l’opportunità di riflettere su come promuovere l’impegno del pubblico e dei giovani, in particolare nella nostra sfida comune per affrontare il cambiamento climatico e portare a un cambiamento sistemico. L’Italia ha lavorato instancabilmente quest’anno proprio in questa direzione con Youth4Climate – ha continuato il Ministro – L’Italia collaborerà con l’Unfccc per garantire che venga fornito un adeguato supporto ai giovani per aumentare le loro conoscenze e la loro capacità di impegnarsi nel dialogo sui cambiamenti climatici, superando anche le diseguaglianze, come richiesto anche dai delegati dei giovani attraverso il Manifesto Youth4Climate”.
Greta Thunberg: “la Cop26 è un fallimento, un summit di bla-bla”
Nel giorno in cui Cingolani annuncia che Youth4Climate diventerà un appuntamento permanente, l’attivista svedese Greta Thunberg esprime la sua delusione sull’andamento della Cop26, definendola “un fallimento“, un “esercizio di pubbliche relazioni”, due settimane di “bla-bla“. Intervenuta davanti ai manifestanti che oggi hanno marciato per l’ambiente a Glasgow, la giovane attivista ha accusato i leader mondiali di “non fare nulla”. “Non possiamo risolvere una crisi con gli stessi metodi che l’hanno provocata“, ha detto Greta, dicendosi stanca del “bla bla dei leader”, delle loro “promesse vuote“. Non vogliamo “impegni pieni di scappatoie”, ha aggiunto.
Greta si è scagliata contro “la festa dell’ambientalismo di facciata, un due settimane di celebrazione del ‘business as usual’ e del bla bla”. “Le persone più colpite nelle aree più colpite non vengono ascoltate e le voci delle generazioni future annegano nelle promesse vuote”. “I fatti non mentono. E sappiamo che gli imperatori sono nudi. La questione che dobbiamo porci è: per cosa combattiamo? Stiamo combattendo per salvare noi stessi e l’intero pianeta? Oppure perché tutto continui come prima? I nostri leader dicono che possiamo avere entrambe, ma la dura realtà è che non è possibile”. I leader mondiali “sono vergognosi“, continuano “ad espandere l’infrastruttura dei combustibili fossili, aprono nuove miniere di carbone, impianti a carbone, erogano nuove licenze petrolifere e rifiutano ancora di fare il minimo, ovvero dare i fondi promessi per le perdite e i danni nei paesi più vulnerabili e meno responsabili di quanto avviene“, ha denunciato.
Dopo Greta è intervenuta l’attivista ugandese Vanessa Nakate. “L’Africa è responsabile solo del 3% delle emissioni globali, ma sono gli africani a subire le maggiori conseguenze della crisi climatica. E mentre l’Africa è sulla linea del fronte della crisi, non è sulle prime pagine dei giornali. Abbiamo visto attivisti delle aree più colpite cancellati dalle foto, esclusi dalle conversazioni e rimossi dalle stanze. Come potremmo avere giustizia climatica, se le persone più colpite non sono ascoltate?“, si è chiesta. “Dobbiamo continuare a far sì che i leader mondiali siano responsabili delle loro azioni“, ha continuato Nakate invitando tutti ad avere fede e continuare a manifestare. “Le vostre azioni contano – ha detto rivolta alla folla – nessun azione è troppo piccola per fare la differenza, nessuna voce è troppo debole per fare la differenza. Continuiamo ad avere fede nel futuro”.