“Anche se il principale scopo dei vaccini anti-Covid è proteggere le persone dalle forme gravi di Covid-19 e dalle loro conseguenze, la misura con cui i vaccini riducono la ritrasmissione di SARS-CoV-2 è la chiave per contenere la pandemia. Questo risultato dipende dalla capacità dei vaccini di proteggere dall’infezione e dalla misura con cui la vaccinazione riduce la contagiosità delle infezioni breakthrough”, ovvero quelle infezioni che riescono a superare la barriera protettiva offerta dal vaccino, si legge in uno studio pubblicato su The Lancet, in cui gli autori sottolineano come “l’efficacia dei vaccini contro l’infezione è ridotta per la variante Delta rispetto a quella Alfa”, con “la variante Delta che continua a causare un alto carico di casi anche nei Paesi con un’alta copertura vaccinale”.
“I dati sono scarsi sul rischio di trasmissione in comunità dalla variante Delta da persone vaccinate con infezioni lievi. Qui, riportiamo i dati di uno studio comunitario del Regno Unito, l’Assessment of Transmission and Contagiousness of COVID-19 in Contacts (ATACCC). Abbiamo cercato di quantificare la trasmissione in famiglia della variante Delta e valutare l’effetto dello stato di vaccinazione sul rischio di infezioni nei contatti e sulla contagiosità dei casi indice, incluse famiglie con contatti non vaccinati e casi indice e famiglie con contatti completamente vaccinati e casi indice completamente vaccinati”, riporta lo studio.
Il tasso di attacco secondario può essere definito come la probabilità che si verifichi un’infezione tra persone suscettibili all’interno di un gruppo specifico. “Il tasso di attacco secondario nei contatti familiari esposti alla variante Delta era del 25% per le persone completamente vaccinate rispetto al 38% nelle persone non vaccinate. Questi risultati indicano il rischio persistente di infezioni nei contatti familiari nonostante la vaccinazione. Il tasso di attacco secondario tra i contatti familiari esposti a casi indice completamente vaccinati era simile ai contatti familiari esposti ai casi indice non vaccinati (25% per i vaccinati contro il 23% per i non vaccinati). Questo risultato indica che le infezioni breakthrough nelle persone completamente vaccinate possono trasmettere in maniera efficace l’infezione nell’ambiente familiare. Anche se il picco di carica virale non differiva in base allo stato vaccinale o al tipo di variante, aumentava moderatamente con l’età. Le persone completamente vaccinate con l’infezione da variante Delta avevano un tasso medio di declino della carica virale più veloce rispetto alle persone non vaccinate con infezioni da variante pre-Alfa, Alfa o Delta. La crescita più rapida della carica virale era correlata a picchi di carica virale più alti e ad un declino più lento”, si legge tra i risultati dello studio.
“I nostri risultati aiutano a spiegare come e perché la variante Delta viene trasmessa in maniera così efficace nelle popolazione con un’alta copertura vaccinale. Anche se gli attuali vaccini rimangono efficaci nel prevenire le forme gravi e il decesso da Covid-19, i nostri risultati suggeriscono che la vaccinazione da sola non è sufficiente per prevenire la trasmissione della variante Delta nell’ambiente familiare, dove l’esposizione è ravvicinata e prolungata. Aumentare l’immunità della popolazione attraverso programmi di richiamo e la vaccinazione degli adolescenti contribuirà ad aumentare l’effetto attualmente limitato della vaccinazione sulla trasmissione, ma la nostra analisi suggerisce che la protezione diretta delle persone a rischio di esiti gravi, attraverso la vaccinazione e interventi non farmacologici, rimarrà centrale nel contenere il carico della malattia causato dalla variante Delta”, concludono i ricercatori.