“Sebbene miocardite e pericardite non siano state osservate come eventi avversi negli studi sui vaccini anti-Covid, ci sono state numerose segnalazioni di casi sospetti a seguito della vaccinazione nella popolazione generale”, si legge in uno studio inglese, pubblicato sulla rivista Nature. Si tratta del più grande studio condotto fino ad oggi sugli esiti cardiaci acuti dopo la vaccinazione o l’infezione da SARS-CoV-2, il primo a confrontare il rischio di eventi cardiaci tra diversi vaccini e l’infezione da SARS-CoV-2 e il primo a indagare sull’associazione tra eventi cardiaci e il vaccino AstraZeneca.
L’obiettivo dello studio era quello di indagare sul ricovero ospedaliero o sulla morte per miocardite, pericardite e aritmie cardiache nei 1-28 giorni dopo aver ricevuto il vaccino a vettore virale AstraZeneca o i vaccini a mRNA di Pfizer o Moderna oppure dopo la positività al Covid.
I ricercatori hanno riscontrato “un aumento dei rischi di miocardite associati alla prima dose di vaccini AstraZeneca e Pfizer e alla prima e alla seconda dose del vaccino Moderna nel periodo di 1-28 giorni dopo la vaccinazione, e dopo un test positivo a SARS-CoV-2”. “Abbiamo stimato due eventi di miocardite, uno e sei in più ogni milione di persone vaccinate con AstraZeneca, Pfizer e Moderna rispettivamente, nei 28 giorni dopo una prima dose e dieci eventi di miocardite in più ogni milione di vaccinati nei 28 giorni successivi a una seconda dose di Moderna”, scrivono i ricercatori.
Lo studio ha rilevato anche “40 eventi di miocardite in più ogni milione di pazienti nei 28 giorni successivi a un test positivo a SARS-CoV-2” e “un aumento dei rischi di pericardite e aritmie cardiache” a seguito della positività al Covid. “Associazioni simili non sono state osservate con nessuno dei vaccini anti-Covid, a parte un aumento del rischio di aritmia a seguito di una seconda dose del vaccino Moderna. Le analisi dei sottogruppi per età hanno mostrato che l’aumento del rischio di miocardite associato ai due vaccini a mRNA era presente solo in quelli di età inferiore ai 40 anni”, precisano gli autori dello studio.
I risultati dello studio “sono coerenti con quelli di uno studio su 884.828 persone che hanno ricevuto il vaccino Pfizer in Israele. Tale studio ha osservato un’associazione con miocardite nei 42 giorni successivi alla vaccinazione (rapporto di rischio di 3,24), ma nessuna associazione con pericardite o aritmia cardiaca”, si legge nello studio.
“In sintesi, questo studio basato sulla popolazione quantifica per la prima volta il rischio di diversi eventi avversi cardiaci rari associati a tre vaccini anti-Covid e all’infezione da SARS-CoV-2. La vaccinazione per SARS-CoV-2 negli adulti è stata associata a un piccolo aumento del rischio di miocardite entro una settimana dalla somministrazione della prima dose sia del vaccino a vettore virale che dei vaccini a mRNA e dopo la seconda dose di entrambi i vaccini a mRNA. Al contrario, l’infezione da SARS-CoV-2 è stata associata a un sostanziale aumento del rischio di ospedalizzazione o morte per miocardite, pericardite e aritmia cardiaca”, conclude lo studio.