“Se un anno fa qualcuno ci avesse detto che saremmo stati reclusi per mesi, che ci saremmo fatti rinchiudere senza la minima ribellione nelle nostre case facendone dei veri e propri bunker, che avremmo accettato di essere privati delle più elementari libertà, ridotti a una vita pressoché larvale, preoccupati solo di sopravvivere a una guerra scatenata con armi invisibili (un virus!); che avremmo finito per considerarci l’un l’altro nemici, portatori di malattie e catastrofi; che avremmo rinunciato alla socialità, al lavoro fuori casa, a muoverci per godere delle meraviglie del nostro pianeta o anche solo per una passeggiata ai giardinetti, a sederci su una panca a osservare i bambini che giocano… che ci saremmo ritrovati a recitare nel ruolo di vittime di una tragedia mondiale (non una guerra nucleare, ma una pandemia!) come in quei film apocalittici… che cosa gli avremmo risposto?”
Sono queste alcune delle domande che Diana Lanciotti, giornalista esperta di marketing e comunicazione, si pone nel suo ventiduesimo libro, in cui analizza come intere popolazioni si siano ammalate di rassegnazione, rinunciando alle libertà e ai diritti conquistati grazie all’impegno e al sacrificio di uomini e donne che nei secoli hanno lottato eroicamente per gli ideali di democrazia e uguaglianza.
Dopo il vasto consenso ottenuto con Antivirus. Emergere dall’emergenza, uno spaccato degli ultimi 15 anni della storia italiana, l’autrice prosegue nella ricerca di una verità offuscata dalle cortine di fumo innalzate dalla politica, succube della finanza, con la complicità dei media. Un’appassionante operazione-verità all’insegna della libertà di pensiero per risvegliare le coscienze sepolte sotto strati di paura, opportunismo, superficialità, creduloneria e aiutarle a guarire dal virus più letale: la rassegnazione.
Fuori dal sistema dei giornali di proprietà, l’autrice può permettersi di esercitare la sua libertà di opinione senza doversi uniformare ai diktat di editori a volte in conflitto con l’informazione libera e imparziale. Per lei le definizioni “fuori dal coro”, “controcorrente” e “super partes”, oggi abusate ma raramente praticate, hanno un valore e un riscontro reali. Leggerla ci aiuterà a capire quanto di vero e quanto di falso c’è nella “narrazione” che da mesi ci viene proposta sulla pandemia che ha sconvolto il mondo. Per uscirne definitivamente guariti, nel corpo e nella mente.
Quella della Lanciotti è, da sempre, una personale e coerente battaglia contro il Pensiero Unico Dominante, un’incessante ricerca di trasparenza e correttezza dell’informazione, di cui questo libro è una nuova testimonianza. Una battaglia nella quale migliaia di lettori si identificano. E si identificheranno anche leggendo questo testo, scritto con spietato realismo, grande lucidità e la ben nota verve, capace di rendere appassionanti anche gli argomenti più ostici.
“Ci tengo molto a questo libro”, scrive Diana Lanciotti sul suo sito, con l’equilibrio che i suoi lettori e i sostenitori delle sue iniziative apprezzano da sempre, “e vorrei che servisse a tanti per affrontare con maggiore consapevolezza il periodo che stiamo vivendo. È un momento difficile, che ha destabilizzato tutte le nostre sicurezze. Regna una confusione assoluta, che disorienta e sfianca anche le menti più salde e lucide. Il clima di conflittualità creato ad arte da chi trae vantaggio dal mettere i cittadini gli uni contro gli altri ha preso una china pericolosa. Non dobbiamo cadere nella trappola e assecondare il gioco di chi ci vuole dividere e contrapporre ma cercare, da entrambe le parti (quella di chi crede ciecamente che il vaccino sia la soluzione alla pandemia e quella di chi non ci crede affatto), di capire le ragioni degli uni e degli altri (…) Pensiero critico, apertura al dialogo, che ora più che mai sarebbero da stimolare, sono guardati con diffidenza, dileggiati, osteggiati. C’è da chiedersi come siamo arrivati a questo punto di rottura e come si possa fare di un problema sanitario tuttora confuso e non sufficientemente approfondito un dogma, c’è da capire in quale palude si stia addentrando l’essere umano se non accetta più il dialogo e si fa scudo con l’intolleranza. La Scienza non ha una faccia sola.
Con questo libro cerco di ricondurre in porto la nave della ragione che sta andando alla deriva e favorire un confronto civile, rispettoso, considerando che, anche se tutti in questo momento se ne riempiono la bocca, la Scienza è confronto, è ricerca, è conoscenza, è curiosità, è dubbio, è approfondimento, è discussione, è sorpresa, è casualità, è ragione ma anche emozione. Ma, soprattutto, è libera, non ammette censure, non ammette padroni, non ammette dogmi, non ammette pigrizia mentale, non ammette limiti e liste di proscrizione.
Credo che se ognuno di noi attingesse al proprio personale bagaglio di competenze per stimolare un dialogo costruttivo, anziché fomentare odi e discriminazioni, darebbe un importante contributo alla causa. Quale causa? Quella dell’umanità, tutta, e non solo di qualche folle che crede di poterne determinare i destini. Io cerco di farlo nel modo che da sempre mi è più congeniale: scrivendo, cercando di dare un’informazione corretta e favorire una riflessione, fuori dal clima di conflittualità e da qualunque pregiudizio.
Ognuno deve fare la sua parte per riconciliare questo mondo ridotto a brandelli e ricucirlo, non necessariamente creandone uno nuovo. Salviamo quello che abbiano, che di nuove avventure, per ora, non ne abbiamo bisogno.”