Il 27 febbraio 2010, esattamente 12 anni fa, il Cile è stato colpito da un violentissimo terremoto. Il sisma, di magnitudo 8.8, ha avuto epicentro al largo della costa del Paese, circa 115 km a nord-est di Concepción, la seconda città cilena per abitanti. E’ stato il più forte terremoto che abbia colpito il Cile da quello del 1960 (il famoso terremoto di Valdivia).
L’evento, avvenuto alle 3:34 locali, ha provocato un bilancio disastroso: 521 vittime, 12mila feriti, 2 milioni di sfollati ed almeno 370.000 case, 4.000 scuole e 79 ospedali distrutti o gravemente danneggiati. Crolli di edifici sono avvenuti anche nella capitale Santiago del Cile. La scossa è stata avvertita in buona parte del Sud America: distintamente avvertita anche in Argentina, fino a Buenos Aires.
L’onda di tsunami generata dal terremoto ha distrutto inoltre ben 4.200 imbarcazioni nell’area di Valparaiso-Concepción-Temuco. La massima accelerazione del suolo indotta dal sisma (peak ground acceleration) ha raggiunto lo spaventoso valore di 0.65g presso Concepción, mentre sulla costa vicino Arauco veniva osservato un sollevamento del suolo di oltre 2 metri. L’intensità massima raggiunta presso Concepción è stata del IX grado MCS.
Il Cile è uno dei paesi sismicamente più attivi del mondo, situato su un margine tettonico fra i più attivi dal punto di vista sismico e anche vulcanico, dove avviene la subduzione della Placca di Nazca al di sotto di quella Sudamericana. Qui hanno luogo terremoti potentissimi e frequenti (fra i più forti del pianeta), e frequenti eruzioni vulcaniche. Il Cile conta, infatti, numerosi vulcani attivi lungo la cordigliera delle Ande.